L’11 gennaio 1999 l’Italia perdeva uno dei suoi più grandi artisti, Fabrizio De André. L’artista genovese si spense a soli 58 anni presso l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, dopo una dura lotta contro un carcinoma polmonare diagnosticato sei mesi prima.

La sua scomparsa fu un colpo al cuore per milioni di fan e per l’intero panorama musicale. I funerali, celebrati nella Basilica di Santa Maria Assunta di Carignano a Genova, videro la partecipazione di oltre 10mila persone.

A 26 anni dalla sua morte, il ricordo di De André rimane vivo e il suo legame con la Sardegna resta fondamentale per capire il genio. Un amore viscerale quello tra Faber e l’Isola, che l’artista ebbe modo di raccontare più volte e che non fu scalfito neanche dal sequestro di cui fu vittima con la compagna Dori Ghezzi.

“Vivo qui per diversi motivi” spiegò in un’intervista alla Rai. “Il principale è che le diverse etnie sarde, malgrado le loro differenze sostanziali di carattere linguistico e culturale, hanno il rispetto di valori fondamentali in cui credo anch’io. Quindi ci vivo bene in mezzo a loro”.

“Un altro motivo è l’ambiente, basta guardarsi intorno. Credo sia uno dei più spettacolari e puliti d’Europa. Anche se io cerco di bilanciare” aggiunse scherzando sul suo vizio del fumo. La sua tenuta “L’Agnata”, acquistata nel 1975, resta ancora oggi un luogo di culto per tanti appassionati delle sue opere.

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