L’ex giocatore del Cagliari Cristian Bucchi ha concesso una lunga intervista ai microfoni del Corriere della Sera in cui si è soffermato sui momenti decisivi della sua carriera.
Tra questi purtroppo ve ne fu uno davvero tragico, che non riguardò il campo bensì la sua vita privata, ovvero la morte improvvisa della compagna sotto gli occhi della figlia, mentre lui era in trasferta con la squadra.
Un fatto verificatosi nel 2003 a Cagliari che lo ha inevitabilmente cambiato. “Come l’ho superato? Si fa. Per mille motivi, nessuno dei quali forse può essere compreso da chi una situazione del genere non l’ha vissuta”.
“La forza è proprio la bambina – ha spiegato Bucchi – che non può crescere vedendoti soffrire, non può sentirsi sempre e solo sfortunata perché ha perso la madre in quel modo. E, allora lei, piccola, diventa il tuo mondo. Per i quattro anni successivi non l’ho lasciata mai da sola. Il calciatore e la figlia insieme in giro per l’Italia con una tata per quando facevo gli allenamenti, per le partite. Ma Emily era sempre con me anche al campo”.
Un evento tristemente impossibile da dimenticare: “Una tragedia che fai fatica ad accettare senza cadere nella più inutile delle domande: perché è successo a me? Credo che purtroppo la vita a volte sa essere durissima, in quel momento mi sono chiesto se invece di giocare a calcio fossi stato lì, se avessi potuto far qualcosa. Il senso di colpa iniziale è inevitabile. Valentina ebbe un infarto fulminante, non si sarebbe salvata”.
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