Il caso Todde ha scosso l’opinione pubblica sarda e spinto la politica a schierarsi. Per Sardegna Chiama Sardegna, non è il tempo di prendere una posizione pro o contro la Presidente. Piuttosto a favore di una maggiore rappresentanza etica e morale del Consiglio Regionale.
“Come Sardegna chiama Sardegna non ci improvvisiamo giustizialisti né ci schieriamo acriticamente in difesa delle attuali norme sulla rendicontazione elettorale. Tuttavia, è necessario preservare principi fondamentali, affinché sia garantita una reale trasparenza. La semplificazione che proponiamo sarebbe funzionale a democratizzare e agevolare l’accesso alla candidatura, soprattutto per le formazioni emergenti prive di una lunga esperienza istituzionale”.
Il giovane gruppo politico sardo vede nel futuro la necessità di un intervento sull’attuale legge elettorale.
“Di fronte a questo quadro decadente sul piano etico e morale, prima ancora che politico, il governo regionale, se vuole fare l’interesse delle persone, ha il dovere di avviare un percorso partecipato per il cambiamento della legge elettorale in chiave proporzionale”.
Il risultato? Una maggiore rappresentatività in Consiglio e maggiore trasparenza nei confronti dei cittadini.
“Si potrebbe così comporre in futuro un Consiglio Regionale finalmente rappresentativo. Potenzialmente in grado, su nuovi accordi e basi programmatiche costruite in un quadro proporzionale e non presidenzialista, di dare alla Sardegna un “governo di scopo” composto da una coalizione che contenga tutte le forze sane del progressismo, del civismo, del sardismo popolare e dell’indipendentismo”.
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