Dopo un giorno di silenzio, Paolo Truzzu è intervenuto sul caso Todde e ha lanciato l’affondo. Chiedendo alla presidente della Regione Sardegna di restituire al più presto la parola agli elettori.
“Può chi si candida a Presidente di una regione, e con lei il suo staff, non conoscere le norme sulle spese elettorali? No! Può chi non conosce e non sa interpretare norme così semplici essere credibile quando si affrontano temi più complessi quali l’Energia, l’Ambiente, l’Istruzione, la Sanità o i Trasporti, solo per citarne alcuni? No! Possono i sardi fidarsi di una proposta di riforma della sanità da parte di una Presidente, di un Assessore e dei rispettivi staff, che non sanno compilare una rendicontazione o aprire un conto in banca? No! Possono pertanto i sardi fidarsi di una Presidente, o chi per lei, che fornisce ai magistrati dichiarazioni contrastanti? No. Anzi, in un paese normale sarebbe l’anticamera delle dimissioni”.
Per Truzzu, la legislatura è “decaduta” nei fatti. E ora chiede che finisca al più presto, dopo l’approvazione della legge di bilancio.
“La Giunta e il Consiglio Regionale non si avventurino in tentativi di riforme epocali, ma mettano subito in sicurezza i conti della Regione e dei sardi. Approviamo rapidamente una finanziaria tecnica e restituiamo la parola agli elettori. Ché nessuno di noi è in grado oggi di dire cosa farà questa primavera”.
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