Manifestazione questa mattina in piazza Garibaldi a Cagliari. La protesta ha visto la partecipazione di docenti precari dalla scuola primaria alle superiori, accomunati dall’incertezza lavorativa. Si tratta di insegnanti considerati idonei ma ancora privi di cattedra, preoccupati di essere scavalcati da nuovi concorsi, e di docenti di sostegno che chiedono una stabilizzazione temendo le conseguenze del sistema di reclutamento gestito da Indire.
“Possono aprire le porte ai titoli esteri che dovrebbero invece essere verificati” spiega all’Ansa Riccardo Berutti, del Movimento Educazione Senza Prezzo. Alessandra Boi, portavoce per la scuola primaria, ha invece lamentato la mancanza di trasparenza nei concorsi: “Non sappiamo nemmeno la nostra posizione in graduatoria. In Sardegna, solo i primi 63 hanno ottenuto una cattedra, ma a noi non è stato permesso di accedere a ulteriori informazioni”.
Per Ornella Demuru, Movimento Precari Sardi in Cattedra, c’è la necessità di “un aumento di stipendio e di punteggio per chi lavora in sedi di montagna o dell’interno”. In Trentino, infatti, “si dà anche un premio per chi conosce il ladino. Quindi anche noi potremmo avere punteggio in più per chi conosce il sardo”.
Presente anche il presidente del Consiglio Regionale, Piero Comandini, che ha espresso solidarietà ai manifestanti: “C’è una richiesta legittima, forte e da sostenere, ovvero il superamento del precariato. Abbiamo combattuto il precariato dappertutto: dobbiamo farlo all’interno del mondo della scuola”.
“Garantire la presenza delle scuole nei territori è anche una garanzia per frenare lo spopolamento – aggiunge Comandini – Per questo è importante anche la richiesta di rivedere lo Statuto: abbiamo territori diversi e abbiamo bisogno di confrontarci con numeri che sono totalmente diversi”.
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