L’Ufficio per il referendum, istituito in seno alla presidenza della Regione Sardegna, ha respinto la richiesta di voto popolare consultivo sul tema degli impianti di energia rinnovabile.
Le firme raccolte e depositate lo scorso 11 settembre erano state 19.221 con la richiesta di referendum che era partita per mano dell’avvocato Michele Pala.
In favore della richiesta si erano espressi anche due rappresentanti politici nazionali di Democrazia Sovrana e Popolare, ovvero Marco Rizzo e Francesco Toscano. I due hanno così attaccato la decisione presa dall’Ufficio regionale:
“La Sardegna della paladina 5Stelle, la governatrice Alessandra Todde, ma anche ex viceministra di Draghi, boccia il diritto costituzionale del Popolo Sardo di potersi esprimere sull’uso massiccio dei mega impianti eolici”.
D’altra parte, l’Ufficio ha ritenuto illegittimo il testo del quesito che recherebbe danno all’interesse nazionale in materia di transizione energetica, affermando che:
“La richiesta deve essere considerata illegittima, in quanto la materia su cui verte non può costituire oggetto di referendum consultivo perché, pur non essendo tale tipo di referendum vincolante e non concorrendo a formare la volontà degli organi che lo indicono, esula del tutto dal campo degli atti che potrebbero essere compiuti in futuro dalla Regione”.
Pronta la replica dell’avvocato Pala, che ha parlato ai microfoni dell’Ansa: “Non si tratta più di un problema di pale eoliche o di pannelli fotovoltaici, qui c’è un problema di democrazia e di libertà“.
“Il referendum consultivo – ha proseguito – così come avvenuto con quello sul nucleare, avrebbe dato a tutti i sardi la possibilità di esprimersi, è per questo che abbiamo scelto questa strada che a differenza della legge di iniziativa popolare ha più forza, pur se un atto consultivo e non vincolante”.
Per questo motivo, i promotori dell’iniziativa starebbero valutando un ricorso al Tar.
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