La Regione Sardegna non ci sta e fa muro contro i pareri positivi espressi dalla Commissione Tecnica nazionale Pnrr-Pniec su alcuni impianti agrivoltaici. Dopo la decisione presa da Roma nella seduta del 30 dicembre, la Regione fa sapere che intraprenderà “azioni in tutte le sedi amministrative e giurisdizionali competenti per contrastare e contestare tali decisioni”.

E precisa: “I pareri sono stati adottati nonostante la certificata incompatibilità dei progetti, sia col quadro normativo regionale, sia con i valori paesaggistici, ambientali e culturali che la legislazione regionale difende; incompatibilità ribadita dal rappresentante regionale in sede di Commissione Tecnica Pnrr-Pniec in coerenza col netto parere negativo della Regione Sardegna”.

La Commissione Tecnica nazionale si è pronunciata sui progetti che riguardano gli impianti agrivoltaici denominati “Monte Nurra”, nelle campagne di Sassari, e “Villasor”, che “si collocano in aree dichiarate non idonee secondo la Legge Regionale n. 20 del 2024 sulle aree idonee elaborata in attuazione delle previsioni del Decreto Legislativo 199/2021 e del Decreto Pichetto Fratin del giugno 2024”.

“Non possiamo accettare che decisioni assunte da una commissione tecnica posta alle dipendenze funzionali del Ministero dell’Ambiente, ignorino deliberatamente il quadro normativo regionale e le prerogative delle autonomie locali” spiega l’assessora regionale dell’Ambiente, Rosanna Laconi.

“La Legge Regionale 20 del 2024 non offre neppure il pretesto di essere una legge di moratoria, come quelle strumentalmente affossate sino a poche settimane fa dal Governo nazionale, per giustificare una deregolamentazione indiscriminata delle rinnovabili. Al contrario, questa norma è stata concepita per garantire una transizione energetica sostenibile e rispettosa del territorio, per regolare l’integrazione degli impianti FER con i valori paesaggistici, ambientali e culturali della Sardegna, in piena coerenza con il Decreto Legislativo 199/2021 e con il Decreto Pichetto Fratin del 2024. Non si tratta di impedire la transizione energetica, bensì di assicurarne la sostenibilità e il rispetto delle peculiarità della Sardegna”.

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