Prosegue la protesta degli operai di Portovesme che contestano la chiusura anticipata della linea zinco, avvenuta lo scorso lunedì 23 dicembre.
Dal cancello hanno preso parola i sindacati che hanno condannato in modo unanime il comportamento della Glencore: “Ora è tutto fermo ma speriamo di poter modificare la situazione, anche perché gli accordi presi in sede ministeriale con la Glencore non erano sicuramente quelli della fermata alla vigilia di Natale” tuona la segretaria nazionale della Uiltec Daniela Piras.
“Noi abbiamo accolto in maniera positiva la scelta del ministro di voler stare al fianco dei lavoratori in questa giornata, anche perché riteniamo che l’unica scelta possibile sia quella del riavvio degli impianti”.
“Noi ci aspettiamo, visto che ci sono degli altri soggetti interessati alla produzione del piombo e dello zinco, che questa multinazionale si assuma le responsabilità e faccia il proprio dovere nei confronti di questo territorio – prosegue Piras – e che quindi favorisca il passaggio verso un nuovo soggetto che ha intenzione di dare continuità produttiva”
Si tratta di una battaglia cruciale sia per l’isola che per il governo e infatti al sit-in è stata sottolineata la presenza della presidente Todde e dei ministri Urso e Calderone.
Un fatto sottolineato anche dal leader dell’opposizione regionale Paolo Truzzu: “Siamo schierati al fianco del Governo nazionale che si è attivato immediatamente per gestire una situazione complessa e ha dimostrato di avere una visione di politica industriale, considerando zinco e piombo come due produzioni strategiche per la Nazione e ponendo precise condizioni alla Glencore”.
“È fondamentale la difesa dei posti di lavoro e richiamiamo l’azienda alle sue responsabilità sociali, come prevede il nostro codice civile, fino a oggi disattese – ha aggiunto Truzzu – Una vicenda che coinvolge in particolare un territorio in crisi sotto il profilo socio-economico, che ha sofferto anche dal punto di vista ambientale, ma che riguarda l’intero sistema produttivo nazionale“.
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