Buoni sanitari per le fasce della popolazione più deboli. La misura annunciata ieri dalla Regione sta facendo discutere, ma non tanto per i contenuti quanto per le modalità. Infatti, non è passato inosservato alla minoranza di centrodestra che a metterci la faccia sul provvedimento sia stata l’assessora del Lavoro, Desirè Manca, e non il collega della Sanità, Armando Bartolazzi.

“Il ruolo dell’assessore Bartolazzi è sempre più sbiadito” tuona il capogruppo di Fratelli d’Italia, Paolo Truzzu, in una nota a nome di tutti i capigruppo del centrodestra. “Non solo depotenziato dal partito più forte della coalizione del centrosinistra, il Pd, che ha proposto una sua riforma sanitaria, ma commissariato anche all’interno della Giunta regionale da qualche collega molto ambiziosa, che puntava, e certamente punta ancora, alla poltrona di via Roma, tanto da voler gestire, attraverso l’Aspal, alcuni fondi destinati alle spese sanitarie”.

Il riferimento è alle vecchie discussioni sul componimento della Giunta, quando Desirè Manca era in vantaggio per la delega alla Sanità, salvo poi la decisione a sorpresa della presidente Todde di affidarsi a un assessore tecnico da Roma, dirottando così la consigliera più votata alle ultime regionali sul Lavoro.

“Aiutare i cittadini maggiormente vulnerabili dal punto di vista socio-economico, favorendo l’accesso alle prestazioni sanitarie, è un intento lodevole che condividiamo – ha sottolineato Truzzu – Però, che l’Agenzia sarda per le politiche attive del lavoro sia incaricata della gestione della misura, occupandosi, tra i vari adempimenti, del pagamento delle prestazioni erogate alle strutture sanitarie, appare perlomeno inappropriato e inopportuno”.

Per Truzzu infatti, “se l’obiettivo è migliorare i servizi per i cittadini e combattere la povertà, lo stesso risultato potrebbe essere raggiunto attribuendo le risorse direttamente alle Aziende sanitarie o ai Comuni, che conoscono meglio le esigenze dei cittadini”.

Inoltre, sempre secondo la minoranza, “la delibera che istituisce i buoni sanitari presenta anche possibili profili di illegittimità con riferimento ai privati autorizzati. Sarebbe opportuno ritirare la delibera e riproporla in forma corretta, ma è evidente che per la maggioranza di centrosinistra, impegnata a litigare su riforma e Assessorato, sia assolutamente complicato”.

Truzzu conclude: “All’orizzonte non si intravedono né soluzioni, né progetti, ma solo una disperata caccia ai ruoli di vertice delle aziende sanitarie”.

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