Potrebbe esserci ben altro rispetto a un semplice allontanamento volontario dietro la scomparsa di Michael Frison. Le indagini sulla sparizione nel luglio scorso del giovane inglese di origini sarde entrano in una fase cruciale.
Su disposizione del sostituto procuratore Alessandro Bosco della Procura di Tempio Pausania, gli indumenti lasciati dal ragazzo prima di sparire saranno analizzati dal Reparto Investigazioni Scientifiche (Ris) di Cagliari. L’obiettivo è individuare possibili tracce che possano chiarire le circostanze della sua scomparsa.
L’inchiesta, affidata ai Carabinieri del Nucleo Operativo di Tempio, si basa su nuovi elementi mantenuti sotto strettissimo riserbo. Gli investigatori stanno approfondendo i contatti che Michael avrebbe avuto con altre persone poco prima della sua sparizione. Dalle testimonianze raccolte emergono discrepanze significative e alcune dichiarazioni risultano lacunose o contraddittorie.
Agli inizi dello scorso luglio, Michael si trovava a Sassari ospite di un familiare e aveva già annunciato il suo imminente ritorno a Londra. Improvvisamente cambiò i piani, decidendo di trasferirsi in un’abitazione di campagna a Luogosanto, da dove poi si sono perse le tracce.
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