Sardegna, Friuli, mondo. Queste tre sono le coordinate di Raffaele Murgia, 26 anni, cresciuto in Sardegna. Una storia di un giovane viaggiatore che ha sempre fatto dello spostamento e del cambiamento la sua vita.

È nato a Palmanova, nel cuore del Friuli, figlio di una friulana e di un sardo originario di Gergei: “Da mio padre, militare con tante missioni all’estero, e mio fratello che ha lavorato in hospitaly e poi ristorazione, viaggiatori per lavoro e per piacere, ho ereditato questa sete di esplorazione. Da piccolo, guardavo le loro valigie e sognavo di attraversare il mondo,” racconta con un sorriso.

La sua storia inizia con un trasferimento inaspettato. A 13 anni, la sua famiglia decide in Sardegna, e Raffaele si ritrova a lasciare il suo piccolo villaggio friulano, di appena novanta abitanti, per la città di Cagliari.

I suoi volevano rimettersi in gioco e cambiare vita. Una rivoluzione, specie perché i genitori avevano già cinquant’anni. “È stato un salto culturale enorme. Ricordo che dovevo abituarmi a tutto: i trasporti pubblici, l’accento sardo che all’inizio capivo a malapena e un modo di vivere completamente diverso,”.

Raffaele capisce l’importanza dell’adattamento, della flessibilità, del sapersi reinventare in ogni luogo. Cercano casa per tre anni e lui si adatta a un divano letto provvisorio.

Quattro anni dopo arriva un’altra sfida: trascorre un anno in Idaho, negli USA, ospite di una famiglia di mormoni. “È stata l’esperienza più diversa e stimolante della mia vita. Mi sono trovato in una piccola cittadina americana, lontano dai miei punti di riferimento, immerso in una cultura conservatrice, tra discussioni su valori e idee che non avevo mai affrontato prima,” spiega. Qui, ha imparato ad accettare opinioni diverse, trovando un equilibrio tra il mantenere le sue convinzioni e l’aprirsi a visioni opposte. “Alla fine, pur avendo idee diverse, è possibile convivere pacificamente. È stata una grande lezione di apertura mentale e tolleranza.”

Queste esperienze hanno lasciato un segno profondo. Negli anni seguenti, Raffaele, dopo essere tornato nell’Isola studiando all’Istituto turistico Pertini, ha vissuto in USA, Australia, Spagna e Austria, assorbendo il meglio di ogni cultura. “Negli Stati Uniti ho capito il valore della performance e della competizione, come se ogni cosa fosse una sfida,” riflette.

“In Australia, invece, la vita è collegata alla natura e allo spirito d’avventura. Laggiù, ogni giorno è un’occasione per stare all’aperto e sentirsi vivo.” La Spagna gli ha insegnato l’arte della convivialità e della lentezza: “Ho adorato il modo in cui le persone si riuniscono a tavola, senza fretta, e condividono ore di risate e racconti.” Infine, l’Austria gli ha trasmesso un senso di organizzazione e puntualità che trova rassicurante. “È come se ogni cosa avesse un suo posto. Questa efficienza mi dà una certa serenità,” spiega.

Oggi, Raffaele ha trovato casa a Vienna, dove lavora per TourRadar, la più grande piattaforma mondiale di viaggi avventurosi. “Lavoro nel marketing e nella gestione della community b2b. È un ruolo che mi permette di essere creativo e di portare avanti temi come la sostenibilità e l’innovazione,” spiega con entusiasmo.

Organizza eventi internazionali, le Adventure Together On The Road, dove professionisti del turismo si confrontano su temi attuali. “Vedere persone di tutto il mondo riunirsi per condividere idee e progetti è qualcosa di unico. Mi dà una soddisfazione enorme sapere di contribuire a questo dialogo globale.”

Ma, nonostante Vienna sia diventata la sua base, Raffaele guarda ancora lontano. “Il mio sogno è fare il giro del mondo via terra e mare, senza mai salire su un aereo. Voglio partire prima dei trent’anni,” rivela con gli occhi che brillano. Dopo questo viaggio, immagina di tornare in Australia, dove vive suo fratello, ma desidera anche crescere i suoi figli vicino ai genitori, tornando quindi in Europa. “In fondo, sono sempre stato diviso tra il bisogno di esplorare e quello di avere un luogo da chiamare casa,” riflette.

Fin da giovane, ha affrontato le sfide del viaggio con ingegno e adattabilità. “Non avevo molte risorse, ma questo non mi ha mai fermato. Risparmiavo ogni euro, dormivo in ostelli condivisi, facevo autostop. Per me viaggiare significava adattarsi alle circostanze,” racconta.

Ogni esperienza per Raffaele, è un’opportunità per crescere e imparare. I libri di Tiziano Terzani e la musica di Xavier Rudd ed Eddie Vedder lo accompagnano nei suoi viaggi interiori, come compagni di riflessione. “Non smettete mai di imparare,” è il consiglio che offre ai giovani. “Uscite dalla vostra zona di comfort, sperimentate cose nuove. Ogni momento difficile può essere un’occasione per scoprire qualcosa di più su chi siete.”

Non dimentica i suoi porti sicuri, in Sardegna e in Friuli. Le radici sono salde e il cuore aperto, Raffaele, che vuol tornare sempre a vedere e sentire le onde del mare dell’isola, è l’esempio di come tenacia e curiosità possano guidare una vita di avventura e cambiamenti continui. “Mi sento sempre in movimento, anche quando sono fermo. Alla fine, sono le persone e le esperienze a dare significato a ogni luogo. E il mondo è una tela infinita, pronta per essere esplorata.”

Nicola Montisci

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