Gli incidenti degli ultimi giorni hanno scosso la Sardegna. Diversi i giovani che hanno perso la vita, come la 17enne Beatrice Loi che a Cagliari è stata investita sulle strisce. Troppe le volte in cui si è rischiato il peggio, fino agli ultimi risvolti.
Per Yuri Marcialis, assessore alla Mobilità, non sono stati giorni semplici. In questi mesi, col suo assessorato ha avviato un lavoro di analisi e di progettazione per interventi strutturali per la sicurezza della città.
Ma il presente corre e a volte comporta risvolti tragici che nessuno vorrebbe vivere. Ai nostri microfoni ha raccontato quali emozioni ha vissuto in questi giorni e quali azioni intende portare avanti per una Cagliari più sicura.
Come si sente dopo queste giornate di grande cordoglio collettivo? Quanto l’ha colpita la morte della giovane Beatrice?
La fine della vita di qualcuno tanto giovane lascia sempre sgomenti e posso immaginare quanto lo siano i coetanei. Ricordo ancora oggi quanto a lungo rimasi scosso per una morte, in circostanze simili, quando anche io ero studente delle scuole superiori.
C’è chi parla di dossi e chi di strade a km 30: sono una soluzione plausibile come sostenuto in diverse città (come Bologna) o serve altro (come dicono altri sindaci)?
Ho imparato a non cercare soluzioni facili, soprattutto a problemi complessi. Direi che la mitigazione dei rischi possa avvenire solo attraverso una serie di interventi, tra questi anche (non solo) gli attraveramenti rialzati e le zone 30. Servirà un ampio ventaglio di interventi, solo così potremo diminuire i rischi.
Cosa è stato fatto fin qui, per la sicurezza dei cittadini cagliaritani?
Per quel che riguarda le tematiche a me delegate, da subito abbiamo affrontato il tema della sicurezza, abbamo a cuore il problema e stiamo lavorando per garantire strade più sicure per tutti i cittadini. Per farlo è necessario capire i problemi, studiarli e trovar le soluzioni. I tecnici sono a lavoro in questo senso, alcune soluzioni sono già state prospettate e altre arriveranno. Bisogna tener presente che non sempre la modifica delle tempistiche minime è nella disponibilità degli organi politici. Le intenzioni e gli indirizzi politici sono il primo passo ma poi è necessario reperire risorse ed espletae i procedimenti amministrativi.
Ritiene Cagliari una città pericolosa, come si scrive sui social in questi giorni?
Sono nato a Cagliari, ci sono cresciuto e ci vivo. Onestamente non penso che, in generale, Cagliari sia una città pericolosa. Questo non significa che non si debba lavorare per renderla più sicura e infatti siamo impegnati in questa direzione.
In tanti si sono lamentati al nostro giornale della “prepotenza” di molti automobilisti in città. Pensa possa servire una campagna di sensibilizzazione e educazione a una guida sicura e consapevole?
Le strade della città sono state pensate in funzione delle auto, in particolare per “muoversi” velocemente, non pensando ai pedoni e ai ciclisti. Si tratta di una vecchia mentalità e oggi siamo chiamati a cambiare impostazione. Parallelamente molti automobilisti pensano che le strade siano il regno delle autovetture, non è così. Serve sensibilizzare ed educare tutti, a comincare dagli automobilisti, a un utilizzo più responsabile delle strade.
Quanto gioverebbe una città più a misura di mobilità sostenibile, portando Cagliari sul livello di alcune delle principali città europee?
La mobilità sostenibile è il futuro per tutte le città che come Cagliari ambiscano a uscire da una mentalità molto provinciale, quella che ha portato Cagliari ad avere il primato negativo di essere una delle prime 3 città in Italia per auto pro capite. La sostenibilità non è solo una questione ambientale ma è anche economica e di scurezza. Le città del futuro avranno sempre meno auto private e, grazie a questo, sempre più spazi urbani sicuri dedicati al verde, alla socialità e allo svago.
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