Secondo l’analisi effettuata dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, in Sardegna le case sono ancora troppo vecchie, in cattive condizioni e, tante, disabitate.

Nella classifica delle abitazioni occupate, l’Isola si piazza al 10/o posto in Italia. Su 1.034.609 case per uso civile abitativo, il 69,8% sono occupate da almeno una persona (722.186). Al contrario, ben 312.423 unità risultano disabitate, come quelle dei piccoli centri in via di spopolamento.

Più di 300mila abitazioni sono state costruite prima del 1980. Ecco perché, entro il 2050, gli interventi sulla casa per l’attuazione della Direttiva Green degli edifici interesseranno nell’Isola due terzi delle abitazioni occupate e costruite entro quarant’anni fa.

Il raggiungimento degli obiettivi avrebbe il duplice vantaggio di consentire l’abbattimento degli oneri e quindi dei costi in bolletta per imprese e famiglie.

“La vetustà del patrimonio edilizio sardo è uno degli ostacoli principali nella transizione verso un’edilizia sostenibile. Siamo una regione, come tutto il resto d’Italia, con case vecchie e poco efficienti. Per ovviare a questa situazione non c’è tempo da perdere. Quindi vanno messi subito in campo interventi a sostegno della riqualificazione degli immobili. Per garantire la transizione green degli edifici bisogna almeno rendere stabili e permanenti le detrazioni fiscali al 65%” commenta Giacomo Meloni, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna.

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