Un teschio di cavallo con la scritta “Ricordati che devi morire”, esposto nel terreno di un 64enne a Bonorva. Da qui è partito il singolare processo che ha visto coinvolti due vicini di casa. L’opera d’arte aveva scatenato nel 2020 una denuncia per minacce di morte da parte del confinante, che temendo che il messaggio fosse rivolto a lui si era rivolto ai Carabinieri, dando avvio a un’indagine che si è conclusa solo nei giorni scorsi con un processo in tribunale a Sassari.
Le udienze hanno fatto emergere una realtà del tutto diversa rispetto alle accuse. Il teschio scarnificato, come spiegato dall’imputato e da vari testimoni, era parte di un lavoro artistico. L’uomo, noto per creare oggetti a scopo propiziatorio e scaramantico, portava il teschio e altri manufatti simili nei luoghi di lavoro come simboli personali.
La scritta incriminata, lungi dall’essere una minaccia, si ispirava alla trasmissione televisiva “Avanti un altro”, condotta da Paolo Bonolis e Luca Laurenti, dove la frase veniva pronunciata in chiave ironica per divertire il pubblico. Frase a sua volta mutuata dal film “Non ci resta che piangere”, con Massimo Troisi.
L’avvocato difensore Fabrizio Manai ha chiarito che non c’era alcuna intenzione di intimidire il vicino e la giudice Anna Pintore ha accolto la tesi della difesa, disponendo l’assoluzione del 64enne e chiudendo il bizzarro caso.
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