Questa mattina è stato presentato il Rapporto sull’Economia del Mare, curato dall’istituto Studi e Ricerche per il Mezzogiorno di Intesa San Paolo.
Lo studio rivela come la Blue Economy, l’economia che sfrutta le risorse dell’ambiente marino, abbia per la Sardegna un valore aggiunto di 2,4 miliardi di euro: un dato che corrisponde a più del 7% del totale della Regione.
“Parliamo di un settore strutturato, con un imponente montante economico e che però ha una vulnerabilità a battito d’ali di farfalla. Quattro missili fanno diventare un’area del pianeta poco raccomandabile e, immediatamente, il 40-50% del traffico che passava da lì decide di circumnavigare l’Africa“. Ha riferito il presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare di Sardegna, Massimo Deiana, in apertura di conferenza.
Il direttore di Studi e Ricerche per il Mezzogiorno, Alessandro Panaro, ha poi spiegato il valore dei numeri della Sardegna: “Il 91% dell’interscambio commerciale della regione viaggia via mare. Il traffico passeggeri cresce del 10%, con le crociere che registrano un aumento del 70%”.
E ancora: “La Sardegna conta la presenza di quasi 2.700 imprese della filiera logistico-portuale, per un totale di 15 miliardi di euro”.
Dal Rapporto è poi stato confermato Cagliari quale principale porto commerciale della Sardegna, con 29,1 milioni di tonnellate nel 2023. Il capoluogo è rimasto anche il primo porto crocieristico nella regione con 334mila passeggeri nel 2023 e un +76,5% nei primi 6 mesi del 2024.
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