Dai forti indizi di colpevolezza a quella che potrebbe essere la prova regina dell’omicidio di Francesca Deidda. Due piante di Viburno lucido sono state trovate, ancora con la zolla di terra attaccata alle radici, esattamente nel punto dove era stato nascosto il cadavere della donna.

Le due piante sono state notate dagli inquirenti per la differenza con il contesto di macchia mediterranea, ma soprattutto per la terra fresca alla loro base. Cosa ci facevano due piante estranee al contesto e appena piantate proprio dove è stato ritrovato il borsone con dentro i resti di Francesca? Il sospetto è che dietro ci sia un maldestro tentativo di occultamento del borsone.

La svolta però arriva con il ritrovamento poco lontano di alcuni bidoni con tracce d’acqua, ma soprattutto di due vasi di plastica compatibili alle zolle di quelle piante. Inoltre i vasi contenevano ancora i codici a barre, da cui gli investigatori sono riusciti a risalire all’acquisto: erano stati comprati il 15 maggio a Elmas con la carta di credito di Igor Sollai. Una prova che potrebbe portare l’ex marito di Francesca Deidda al giudizio immediato.

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