Momento storico per la sanità sarda: lo scorso venerdì 11 ottobre all’ospedale Santissima Annunziata di Sassari è stato realizzato il primo prelievo multiorgano da donatore a cuore fermo controllato.

La procedura ha comportato il prelievo di fegato e reni che erano destinati a pazienti in attesa a Roma e Padova. Si tratta di un’operazione che rientra in più vasto programma nazionale che aveva già preso il via in diverse regioni d’Italia e che da quest’anno ha visto il suo inizio anche in Sardegna.

“Si aprono nuove promettenti prospettive per la nostra isola nel settore dei Trapianti – ha commentato l’assessore alla sanità Armando Bartolazzi – questa procedura consente di ampliare il numero di potenziali donatori contribuendo a soddisfare la domanda dei pazienti sardi in attesa di trapianto nella nostra isola, e rafforzando contestualmente la rete di interscambio nazionale”. Il via libera al programma è stato infatti dato dalla delibera regionale 29/1 dello scorso 7 agosto.

L’assessore ha poi proseguito: “La donazione a cuore fermo è una tecnica innovativa, già presente nelle realtà più avanzate del nostro paese e che ora porta la nostra regione fra i punti di riferimento nazionali nel settore”.

“La Sardegna vanta già da tempo un consolidato background nell’ambito trapiantologico, cosa che ha consentito di individuare nell’ARNAS Brotzu e nell’Azienda ospedaliero-universitaria di Sassari i due punti di riferimento per l’introduzione di una nuova tecnica ad alta complessità che a pochi mesi dall’ok dell’esecutivo regionale è già una realtà”.

Grande soddisfazione anche da parte del direttore generale dell’Aou di Sassari, Antonio Lorenzo Spano: “Abbiamo segnato un momento storico per la sanità della nostra regione e per la nostra azienda che è la prima a realizzare nell’Isola un prelievo di organi a cuore fermo. Un lavoro che ha coinvolto un gran numero di professionisti esperti”.

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