Ha prima inveito contro i sanitari del carcere armato di una lametta e, per disarmarlo, sono rimasti feriti alcuni poliziotti. Ennesimo episodio di violenza nel carcere di Uta e a denunciarlo sono ancora una volta i sindacati.

“È stata una aggressione tanto violenta quanto assurda” sottolinea Luca Fais, segretario per la Sardegna del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. “Nel pomeriggio, un detenuto psichiatrico, durante una protesta personale, si è dapprima auto lesionato il corpo e poi, al momento della visita medica, ha iniziato ad inveire contro il personale sanitario”.

“Il tempestivo intervento del personale di Polizia per riportarlo alla calma e disarmarlo della lametta ha causato una reazione che gli intervenuti sono dovuto ricorrere alle cure del Pronto soccorso cittadino per lesioni guaribili in dieci e cinque giorni”.

Il sindacato denuncia come “tutto questo è ormai diventato prevedibile nella Casa circondariale di Uta, da diverso tempo ormai diventata una realtà ingestibile sotto il profilo della sicurezza e per l’incolumità del personale che ci lavora. Il motivo principale oramai denunciato da diverso tempo è quello della presenza di detenuti ingestibili che, piano piano, si moltiplicano poiché l’Amministrazione, sia a livello centrale che regionale, non trasferisce, ma anzi continua ad assegnarne altri sempre problematici provenienti da altri istituti della Penisola”.

Il sovraffollamento ha superato i 150 detenuti presenti oltre la capienza tollerata di 550 posti. “Ad oggi si è superato il dato di oltre 705 detenuti presenti. Non possibile tollerare tutto questo, l’unico carcere dove non si applicano le circolari dipartimentali che prevedono il trasferimento immediato del soggetto che è autore di oltraggio ed aggressione del personale. Inoltre, è preoccupante il numero dei detenuti problematici e psichiatrici”.

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