(Foto credit: Ansa)

Ancora un aggressione a medici e infermieri a Cagliari, ma l’emergenza è nazionale. Il sindacato Nursing Up parte proprio dagli episodi delle ultime 72 ore, tra cui quello del Santissima Trinità, per ribadire la necessità di un intervento forte dello Stato.

Un “bollettino di guerra”, lo definisce l’associazione sindacale, con “ben sei episodi all’insegna della violenza, del terrore puro, delle minacce, di quella che sembra diventata una vera e propria epidemia di rabbia”. Oltre all’episodio sardo, problemi anche a Prato, Varese, Imola, Napoli e Treviso.

“Dobbiamo riscontrare un unico pericoloso comune denominatore” spiega Nursing Up. “Prima di tutto, nel 100% dei casi il teatro delle aggressioni è stato il pronto soccorso, e questo corrobora la nostra denuncia presentata al Ministro Schillaci, nel corso del recente summit con i sindacati. I reparti di emergenza urgenza rappresentano un pericoloso micromondo e mai come in questo momento vanno trattati con piani di sicurezza ad hoc“.

“La seconda osservazione doverosa è che in nessuno dei citati episodi era presente almeno un agente al momento dell’avvenuta violenza. Non accade, infatti, quasi mai che le aggressioni siano infrante sul nascere ai primi pericolosi barlumi di rabbia. Gli arresti, come in questo caso, sono scattati tutti a fatti drammaticamente avvenuti”.

“Braccialetti con sistemi di allarme, pulsanti con codice rosso sul camice, cartelloni che avvisano del rischio che si incorre nell’aggredire il personale, esposti all’ingresso dei pronto soccorsi, fino ad arrivare agli arresti in flagranza di reato: tutto questo è davvero sufficiente? Qui occorre, come il pane, un nuovo ingente dispiegamento di agenti. Occorrono uomini delle forze dell’ordine dislocati in tutti i pronto soccorsi italiani, 24 ore su 24″.

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