San Salvatore è nel suo santuario: novecento curridoris lo hanno accompagnato e riportato a ‘casa’ attraverso le strade sterrate del Sinis per la Corsa degli scalzi.

Sono arrivati in religioso silenzio, all’alba, nella chiesa di Santa Maria Assunta a Cabras con il saio immacolato stretto da un cordone in vita e i piedi scalzi. Un omaggio a chi cinquecento anni fa, seconda la tradizione, ha salvato il popolo dall’invasione saracena.

Prima della processione, centinaia di fedeli hanno partecipato alla messa. Il simulacro è stato quindi accolto al villaggio tra la folla.

“Oggi più che mai Cabras si identifica con il popolo del passato, salvato dai saraceni per intercessione del Santo – afferma il sindaco Andrea Abis, che nei giorni del sabato e della domenica è anche lui uno dei corridori della processione -. La necessaria e meticolosa organizzazione dell’evento non ne scalfisce in alcun modo la nobiltà e il senso di appartenenza”.

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