Il 10 agosto 2023 moriva a Roma la scrittrice sarda Michela Murgia. Aveva 51 anni. Lasciava un vuoto molto importante nel mondo intellettuale e culturale italiano, che ancora non è stato colmato.
Le sue parole risuonano ancora. A lei sono stati dedicati murales, libri, podcast, articoli di giornale, trasmissioni televisive. Geppi Cucciari, durante “Splendida Cornice“, l’aveva ricordata citando le sue parole:
“Ora è come se la mia voce riverberasse una eco che continua a risuonare, anche se io non sto più parlando. Se morissi domani, e il giorno della mia morte non è lontano, ci sono centinaia di persone che potrebbero alzarsi per dire: Michela Murgia direbbe… Perché anche se non potrò dirlo, comunque l’ho detto, e questo fa la differenza”.
L’autrice, originaria di Cabras, aveva sposato un mese prima della morte l’attore e regista Lorenzo Terenzi in «articulo mortis» e aveva raccontato in alcune interviste il suo rapporto con la malattia. Ai funerali erano presenti più di 2 mila persone: fuori dalla Chiesa degli Artisti di Roma in tanti e tante hanno cantato “Bella Ciao”, intonato cori e accompagnato con applausi scroscianti il passaggio del feretro.
Divenuta nota al grande pubblico coi romanzi “Il mondo deve sapere” e “Accabadora” (con cui vinse il Campiello), Murgia aveva dato anima e corpo all’attivismo sociale e politico. Nel 2014 si candidò alle elezioni Regionali della Sardegna cogliendo il terzo posto tra i candidati governatore col 10%.
Sia il Comune di Milano che a Napoli sono stati dedicati a lei dei giganteschi murales, che raffigurano anche le sue parole.
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