(Frame dal video pubblicato sul canale Youtube di Oipa)

È prevista all’alba del prossimo 14 agosto a Guasila una manifestazione, retaggio del passato, nella quale un giovane bovino sarà l’oggetto di una “caccia”, un rodeo in cui la superstizione si mescola a riti pagani e religiosi al tempo stesso. A farne le spese, un povero animale.

L’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) si schiera contro la “caccia alla giovenca”, organizzata dal Comitato Santa Maria Guasila, nell’ambito di una festa patronale.

Il gruppo animalista ha inviato un’istanza alla sindaca Paola Casula, per chiedere l’annullamento dell’evento segnalato da più parti all’associazione: segnalazioni corredate da foto e video presenti nel web che rappresentano “l’utilizzo di una giovenca terrorizzata che viene liberata, rincorsa e catturata, secondo precise modalità, da uomini a cavallo in stile far west”, scrive l’Oipa in una nota e aggiunge: “Una volta presa al laccio per le corna, la giovenca viene quindi distesa, trebida, cioè impastoiata, viva, su un carro trainato da buoi, infrascato con canne verdi e con rami di mirto, la si orna con una kannaka, collana, con limoni conficcati sulle punte delle corna, con uno specchietto sulla fronte”. Dopodiché, l’animale viene portato in paese dove un sacerdote impartisce una benedizione sul sagrato della Chiesa della Beata Vergine Assunta.

Oltre all’azione legale, l’Oipa ha inoltre dato il via a una protesta online.

“La sensibilità per il rispetto degli animali – scrive l’ufficio legale dell’Opia -, tutelati anche a livello costituzionale (art. 9), è in crescente aumento, comportando una partecipazione attiva della popolazione nelle decisioni istituzionali. Pertanto, premesso che Oipa Italia è totalmente contraria all’utilizzo, in qualsiasi forma di qualsiasi animale (da reddito o meno), con la presente chiediamo d’intervenire affinché l’eventuale programmazione della festa possa essere adeguata alla sensibilità dominante annullando l’evento che vede la giovenca come una mera res tra la folla urlante in un ambiente con temperature elevate, in violazione delle fondamentali regole della scienza veterinaria sul benessere animale”.

In caso di diniego, l’associazione si riserva d’intervenire a tutela dell’animale, nel caso il bovino venisse comunque utilizzato e si ravvisassero gli estremi di maltrattamento.

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