La Sardegna è la regione che, insieme alla Campania, registra i dati peggiori per dispersione scolastica.
Ssecondo i risultati Invalsi, il tasso di dispersione scolastica nazioanle è arrivato al 10,5%: il più basso degli ultimi cinque anni.
“Il tema dell’istruzione e della formazione – segnala Mauro Carta, presidente regionale delle Acli – deve essere essenziale per la Sardegna: continuiamo ad avere i dati tra i peggiori d’Italia su dispersione scolastica e laureati. Lo scorso settembre avevamo evidenziato, come Acli della Sardegna, che i dati Istat raccolti sull’Indagine sul Benessere Equo e Sostenibile e sull’Indagine sugli Indicatori di Sviluppo Sostenibile al 2030 indicavano che la percentuale di scuole accessibili in Sardegna, cioè le scuole che offrono servizi di base, è di appena il 39,3%: quindi 6 scuole su 10 non offrono tutti i servizi considerati di base”.
“Inoltre – continua Carta – i dati Invalsi mostravano che oltre la metà degli studenti delle classi terze della scuola secondaria di primo grado (55,3%) avevano una competenza numerica non adeguata e 4 studenti su 10 della medesima classe non avevano una competenza alfabetica adeguata (44,2%). Infine, il 21,4% dei giovani sardi, contro il 19% della media nazionale, non studiava e non lavorava (NEET) e il tasso di mancata partecipazione al lavoro giovanile, nella fascia 15-19 anni, era del 42,1% in Sardegna contro il 29,5% nazionale”.
“Tutti questi dati – conclude Carta -, che andremo ad analizzare nuovamente all’inizio del prossimo anno scolastico, mostrano come il problema dell’istruzione continui ad essere uno dei principali temi e che debba esser affrontato con grande coraggio e con rapidità dalla giunta regionale insediatasi pochi mesi fa”.
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