Sardegna bocciata, nel 2022, per i livelli essenziali di assistenza di due aree, la prevenzione collettiva e la distrettuale, che mostrano punteggi al di sotto della soglia di sufficienza, pari rispettivamente a 46,5 e 50,5. Superiore alla sufficienza, invece, il punteggio registrato dall’area ospedaliera (69,1) che migliora anche rispetto al 2021 (58,71).

È quanto emerso dal monitoraggio del Nuovo sistema di garanzia, lo strumento attraverso cui viene misurata la qualità e l’appropriatezza delle cure fornite ai cittadini, presentato dal ministero della Salute.

Analizzando i singoli indicatori “core” dell’area prevenzione, il report evidenzia un punteggio pari a 3 nelle coperture vaccinali nei bambini a 24 mesi e un valore insufficiente dell’indicatore proporzione di persone che hanno effettuato test di screening di primo livello, in un programma organizzato per mammella, cervice uterina e colon-retto, pari a 38,8.

Nell’area distrettuale, nel 2022, ci sono tre indicatori che raggiungono il punteggio massimo, pari a 100: tasso di ospedalizzazione standardizzato in età adulta per complicanze per diabete, broncopneumopatia cronica ostruttiva e scompenso cardiaco; consumo di farmaci sentinella/traccianti per 1.000 abitanti – antibiotici; percentuale di re-ricoveri tra 8 e 30 giorni in psichiatria.

Ci sono invece quattro indicatori che non raggiungono un punteggio di sufficienza: l’intervallo allarme-target dei mezzi di soccorso (punteggio 0 – 25 minuti); la percentuale di prestazioni, garantite entro i tempi, della classe di priorità B in rapporto al totale di prestazioni di classe B (punteggio pari a zero a causa della scarsa qualità dei dati); il numero deceduti per causa di tumore assistiti dalla Rete di cure palliative (punteggio pari a 34,8); il numero di anziani non autosufficienti in trattamento socio-sanitario residenziale in rapporto alla popolazione residente, per tipologia di trattamento (intensità di cura). Il punteggio è pari a 0 per carenza dei dati.

Nell’area ospedaliera risultano fortemente critici gli indicatori sulla percentuale di pazienti over 65enni con diagnosi di frattura del collo del femore operati entro 2 giorni in regime ordinario (18,4) e sui parti cesarei (37,8).

Per quanto riguarda gli indicatori “no core”, le criticità riguardano la copertura vaccinale antinfluenzale nell’anziano (65 anni o più), la proporzione di cancri in stadio II+ rilevati dai programmi di screening per il tumore della mammella, il consumo pro-capite di farmaci sentinella/traccianti. Statine e il tasso di pazienti in carico in cure domiciliari integrate.

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