Foto simbolo (Archivio Cagliaripad)

“Ogni settimana in sede di comitato sull’ordine e la sicurezza pubblica trattiamo dai 6 ai 10 casi e si arriva anche a 12 di minacce, maltrattamenti e violenze sulle donne”. A lanciare l’allarme è il prefetto di Cagliari Giuseppe De Matteis, a margine del vertice sull’assalto alla Mondialpol di Sassari.

Un dato che emerge proprio mentre proseguono le ricerche del corpo di Francesca Deidda, l’impiegata 42enne di San Sperate scomparsa da maggio e di cui si sospetta l’omicidio da parte del marito.

“Considerate le mie precedenti esperienze nella Polizia di Stato e in altre realtà, il fenomeno in Sardegna è molto diffuso, più nei centri al di fuori di Cagliari che in città e più tra i sardi che tra gli immigrati presenti e spesso nell’ambito domestico” racconta il prefetto.

“La soluzione è molto difficile da trovare se non c’è la denuncia la parte della vittima – precisa De Matteis – Sono reati che si consumano spesso tra le quattro mura domestiche. Nel 70-80% dei casi si tratta di donne che vogliono troncare una relazione e questo non viene accettato dal partner. Un altro dato allarmante è che molto spesso gli autori dei reati di violenza e maltrattamenti non hanno precedenti penali, quindi persone ordinarie, tranquille, che purtroppo dinanzi al dramma di una separazione reagiscono in questo modo”.

De Matteis individua anche una delle cause del fenomeno e di questa peculiarità sarda: “Generalmente si riscontra un forte sentimento di possesso da parte dell’uomo sulla donna”. Ma, altro elemento peculiare, “le donne sarde hanno un’ottima capacità di rivolgersi alle forze dell’ordine e denunciare, anche questa è un’anomalia della Sardegna – spiega il prefetto -. Non lo fanno quando hanno paura di perdere la famiglia, quando ci sono figli minori oppure quando non sanno dove andare”.

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