La Sardegna si fa capofila nella battaglia contro la legge sull’autonomia differenziata lanciata dalle regioni governate dal centrosinistra.

In settimana sarà costituito un coordinamento che dovrà stilare entro metà luglio un testo condiviso da sottoporre ai cittadini sotto forma di referendum.

Al tavolo siederanno: Emilia Romagna, Toscana, Puglia, Campania e appunto la Sardegna con la presidente Alessandra Todde chiamata a fare da collante nel nuovo organismo. Nel frattempo, la giunta Todde lavorerà anche per il ricorso alla Corte costituzionale contro la riforma Calderoli.

L’idea del fronte è che proprio la Sardegna sia la più indicata per impugnare la legge davanti alla Consulta in quanto regione a statuto speciale, sulla quale la legge votata del centrodestra potrebbe impattare negativamente.

Allo stesso tempo, si è attivato anche il Comitato referendario contro l’autonomia differenziata. Ne fanno parte i partiti di opposizione, PD e M5s stelle in testa, ma anche Cgil e Uil, insieme ad associazioni come Anpi, Arci, Acli e Libera. Per riuscire a far indire il referendum nel 2025, i promotori dovranno raccogliere 500 mila firme entro settembre.

“A nostro giudizio – affermano i segretari generali di Cgil e Uil della Sardegna, Fausto Durante e Francesca Ticca – la legge per l’attuazione dell’autonomia differenziata è sbagliata e dannosa, mette a rischio la tenuta sociale del Paese, acuisce i divari esistenti tra le diverse aree dell’Italia, aggrava i problemi del mondo del lavoro”. “È il momento di costituire anche in Sardegna un Comitato regionale che si impegni a sostenere questa battaglia”, concludono Durante e Ticca lanciando anche “un appello a tutti i soggetti che vogliano unirsi e coordinarsi per portare avanti le iniziative utili a raggiungere l’obiettivo”.

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