È iniziata ieri pomeriggio in Consiglio la discussione sulla “moratoria” della Regione per limitare la speculazione energetica delle grandi multinazionali in Sardegna.

La giunta regionale, presieduta dalla governatrice Alessandra Todde, ha accettato di valutare gli emendamenti “di sostanza” presentati dall’opposizione al ddl 15 sullo stop per 18 mesi alla realizzazione di impianti da energia rinnovabile nell’Isola.

Un clima disteso tra centrosinistra e centrodestra con un obiettivo in comune: approvare una legge condivisa da ambo le parti il prima possibile, si pensa addirittura nella seduta odierna.

Da parte sua, l’opposizione chiede dei miglioramenti e la maggioranza, dopo un chiarimento in conferenza dei capigruppo alla presenza della presidente regionale, si è detta pronta a valutare le proposte di modifica degli avversari politici.

Dal Campo largo arriva così l’appello al centrodestra: “Vorremmo che questa legge fosse di tutto l’intero Consiglio, che diventi la legge di tutti i sardi e che arrivi a Roma con tutta la forza possibile”, ha dichiarato Antonio Solinas, presidente Pd della quinta commissione (Attività produttive) che insieme alla quarta (Governo del territorio) ha esaminato e licenziato il testo.

L’esponente dem si è rivolto direttamente ai consiglieri di opposizione: “Spogliamoci della maglietta di appartenenza, ci saranno altri momenti in cui discuteremo quale sarà il futuro energetico della Sardegna”, aggiunge Solinas ringraziando poi gli avversari politici per “il clima di grande collaborazione visto in commissione” e auspica che anche il dibattito in Aula possa seguire con le stesse modalità.

Gli esponenti di opposizione sottolineano, però, delle perplessità riguardo la “moratoria” proposta dalla Regione: “Senza correttivi o miglioramenti questa norma è pericolosa e porterà più danni che benefici – ha dichiarato Cristina Usai (Fdi) – perché non si prendono in considerazione aspetti importanti, come il reale blocco delle speculazioni, per non parlare poi dell’eolico offshore”.

Replicano i consiglieri di maggioranza: “Se non mettiamo ora un blocco le richieste aumenteranno ancora – spiega Gianluca Mandas (M5s) -, la Regione si sta attrezzando per poter avere il tempo di normare e decidere in questi 18 mesi il futuro energetico della Sardegna, e di conseguenza il modello ambientale per l’Isola che da questo dipende, un futuro che deve passare anche per l’Agenzia energetica regionale che tutelerà i nostri figli e nipoti dalla speculazione delle lobby energetiche”.

Per l’opposizione, però, che nel frattempo ha presentato sessanta emendamenti per modificare la proposta regionale, ci sono dei nodi da sciogliere sui quali non si può fare marcia indietro: primo fra tutti, il blocco dei progetti già in essere.

Per i capigruppo di Fdi, Fi, Alleanza Sardegna, Misto, Sardegna al centro 20Venti “la legge proposta non risolve i tanti problemi che ci sono, non blocca le procedure in corso e le autorizzazioni, con tutte le difficoltà per gli uffici regionali e comunali”, spiega in sintesi il presidente di Fratelli d’Italia Paolo Truzzu. La speranza, ribadita anche da Franco Mula (Alleanza Sardegna), è “che ci sia la capacità di cogliere il dibattito in Aula, di ridare centralità al Consiglio regionale, che ci sia la disponibilità dei colleghi di ragionare su cose di buonsenso utili a migliorare il testo”.

Se non si trovasse l’intesa su questo punto centrale, “Forza Italia è pronta ad abbandonare l’Aula se non ci sarà disponibilità al dialogo”, fa sapere il capogruppo azzurro Angelo Cocciu. Più distensiva, invece, la posizione di Truzzu: “Noi siamo pronti alla collaborazione, vogliamo migliorare questa legge, le prove muscolari in questo momento non servono a nessuno, invece serve metterci tutti un po’ di fosforo perché forse qualcosa si può correggere”.

Iscriviti e seguici sul canale WhatsApp

Leggi le altre notizie su www.cagliaripad.it