(Foto credit: Bar Florio)

Il prossimo 3 luglio il Bar Florio compirà 10 anni. 

Per l’occasione, il locale sito nel quartiere Villanova, in pieno centro a Cagliari, ha voluto pubblicare una riflessione sui propri social.

“A ridosso di questa ricorrenza, anziché dedicarci a celebrare un compleanno, ci troviamo a raccontare una storia che non ci fa sentire parte integrante del tessuto sociale di questa città. Il Florio – si legge – non è mai stato “solo” un bar ed è un aspetto che ci teniamo a rivendicare: in dieci anni abbiamo sviluppato numerose iniziative in ambito culturale, insieme ad associazioni, operatori e amici, spaziando dall’editoria alla letteratura fino a fotografia, arte, illustrazione, grafica, dando accoglienza a tante e tanti, rivitalizzando uno spazio pubblico che è cresciuto insieme a noi”.

“Arrivati al decimo anno ci troviamo dunque totalmente impossibilitati a programmare qualsiasi attività, soprattutto le iniziative a carattere culturale, sullo stile che ci ha sempre contraddistinto. Infatti, in tempi brevissimi, potrebbe accadere che, dopo aver provveduto all’adempimento dell’ordinanza comunale relativa alla sospensione dei servizi all’aperto per 30 giorni, si attiverebbe una ulteriore sanzione di altri 30 giorni con decadenza della concessione. Oltre al danno economico, dunque, siamo totalmente impossibilitati a garantire il lavoro alle e ai nostri dipendenti, con i quali da oltre un mese ci arrabattiamo per far sì che tutti, anche se con orari ridotti, possano lavorare”.

Per fare quanta più chiarezza possibile, viene ricostruita la vicenda a cui si fa riferimento nel post, quando il 5 maggio 2023 al locale viene contestato da agenti della Polizia municipale che la musica, percependosi oltre le mura dell’attività, contravviene al regolamento cittadino relativo alla concessione del suolo pubblico per l’esercizio dell’attività di ristoro all’aperto in materia di inquinamento acustico. La visita, ricorda il Florio, è avvenuta fra le 20 e le 22, mentre era in corso una iniziativa a carattere editoriale. Il 18 dello stesso mese, sempre intorno alle 20, l’attività ha ricevuto una nuova visita con la stessa contestazione: in questo caso, era in corso l’inaugurazione dell’esposizione delle opere di un illustratore. Orario che, per gli organizzatori delle attività, “è praticamente impossibile arrecare disturbo ai residenti e alle altre attività commerciali della piazza”.

Poi è arrivata la revoca della concessione del suolo pubblico per 18 mesi: un anno e sei mesi senza i tavolini all’aperto che, per il locale in questione, sono la fonte primaria di introito. “Ci teniamo a sottolineare – si legge ancora nel post – che veniamo sanzionati sul fatto presunto che la musica, dall’interno del locale, sia fuoriuscita nello spazio della concessione pubblica in un orario in cui la piazza è particolarmente frequentata. In particolare, la piazza era gremita di persone, bambini vocianti compresi, accompagnati dalla musica di ragazzi che sostavano sulle panchine, ai quali, nonostante non siano clienti, garantiamo i servizi, come l’uso dei bagni”.

Da qui il ricorso al Tar, che poi è arrivato fino al Consiglio di Stato. Quest’ultimo, però, confermato quanto sancito precedentemente dai giudici amministrativi, “proiettandoci in una situazione che potrebbe portarci alla chiusura definitiva”.

Il Florio invita così l’amministrazione comunale “a riflettere seriamente sulla questione, e di svolgere quella funzione di mediazione e di dialogo fra le esigenze delle varie anime della città”. “Riteniamo – conclude il post – che, qualsiasi sia la maniera in cui andrà avanti e si definirà la vicenda, questo sia un affaire che non riguarda solo noi e gli amministratori ma anche coloro che, a partire dagli abitanti del quartiere, hanno frequentato attivamente le nostre iniziative. E chiunque abbia nel cuore la nostra città”.

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