(Foto credit: Ansa)

Sul nuovo decreto per le aree idonee agli impianti di energie rinnovabili è già scontro. O per lo meno lo è sui meriti all’origine, visto che i contenuti sembrano soddisfare tutti.

Per Antonella Zedda di Fratelli d’Italia infatti i meriti sono da attribuire al Governo Meloni e al ministro Pichetto Fratin. “Non avevo nessun dubbio che i ministri competenti per materia del Governo Meloni avrebbero accolto le istanze proposte alle Regioni” dichiara la senatrice del centrodestra. “Perché l’atteggiamento, su ogni materia che affrontiamo, è di assoluta collaborazione con le altre istituzioni non è un atteggiamento di guerra o contrapposizione come accaduto in queste ore in Sardegna, vedasi il comportamento dall’assessore Manca nei confronti dei sindaci della Sardegna”.

Poi la stoccata a Todde: “Se due anni fa, quando al governo nazionale c’era Draghi e la vice ministro Todde oggi Governatrice della Sardegna, avessero accolto le istanze delle Regioni, non avremmo perso questo tempo e non avremmo concesso due anni di far west dove chiunque e ovunque ha potuto pianificare di fare impianti di energia rinnovabili nella nostra amata terra sarda”.

Pronta la replica del Movimento 5 Stelle con la senatrice ex sindaca di Assemini Sabrina Licheri. “Spiace vedere come esponenti sardi della maggioranza di governo siano ancora interessati più alle polemiche che non alle sorti del territorio che li ha eletti e che dovrebbero rappresentare in Parlamento” dice l’esponente pentastellata.

“Ricordo alla senatrice Zedda e a tutti che il famoso decreto Draghi, su cui Alessandra Todde non ha avuto nessun ruolo, fu approvato con l’intesa piena della Regione Sardegna di Solinas (che era anche capofila del coordinamento tecnico della Conferenza sui temi ambientali e energetici). E le ricordo anche che ironicamente nella giunta Solinas il suo partito FdI occupava la casella dell’ambiente, lei faceva parte addirittura del gabinetto, e non si oppose ma avvallò l’avvio di quello che ora chiama far west”.

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