Sp 89, Domusnovas (Foto via Google Maps)

“Vogliono modificare strade e tagliare alberi e macchia mediterranea per trasportare le gigantesche pale eoliche”. Così il Grig (Gruppo di intervento giuridico) sull’impianto “Musei”, tra Musei – appunto – e Domusnovas, in corso di realizzazione da parte della società energetica piemontese Esna srl.

L’associazione ecologista fa sapere di aver già inoltrato “una specifica istanza di accesso civico, informazioni ambientali e adozione degli opportuni provvedimenti per evitare che siano tagliati diversi alberi e vegetazione mediterranea per effettuare i trasporti eccezionali dei componenti per la realizzazione della centrale”.

Precisamente, secondo quanto riportato dal Grig, “il taglio degli alberi dovrebbe riguardare gli svincoli della statale 130 verso la Pineta Musei e verso Vallermosa, nonché lo svincolo fra le strade provinciali 88 e 89”. E proprio lungo quest’ultima “dovrebbe esser condotta anche una drastica potatura delle querce presenti”.

La centrale eolica “Musei”, composta da 7 pale alte più di 100 metri per una potenza complessiva di 23,1 MW, è stata autorizzata al termine del procedimento di Valutazione d’impatto ambientale (Via) di competenza regionale, con la deliberazione della Giunta regionale n.23/19 del 12 maggio 2015.

I lavori per la realizzazione della centrale sono già in corso, ma per il Grig “tecnicamente non dovrebbe esser difficile esperire metodologie alternative per trasportare il materiale per la costruzione senza tagliare alberi e vegetazione”.

La Provincia del Sud Sardegna ha già emanato l’autorizzazione temporanea annuale (n. 7 del 14 maggio 2024) per la modifica delle strade provinciali n. 88 e n. 89. Il Grig ha coinvolto la Regione, la Soprintendenza archeologica di Cagliari, i Comuni di Siliqua e di Musei, il Corpo forestale e di Vigilanza ambientale.

“È semplicemente assurdo – tuona il Grig – che debbano essere sacrificati ulteriori alberi e vegetazione mediterranea oltre al territorio oggetto dell’installazione della centrale eolica soltanto perché non si verificano modalità alternative. La speculazione energetica sta già facendo parecchi danni all’ambiente e ai contesti economico-sociali in Sardegna e nel resto d’Italia”.

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