Euforia e preoccupazione. Soprattutto stupore. Sono questi i sentimenti che hanno investito Giovanni Battista Ena, dirigente amministrativo del Comune di Cagliari.
È lui l’Alter Nos dell’edizione 2024 della Festa di Sant’Efisio indicato dall’ex sindaco Paolo Truzzu.
Qual è la prima cosa che pensi quando ricevi la notizia?
La ricevo dal sindaco. All’inizio pensavo stesse scherzando. Mi ha convocato, pensavo dovessimo parlare di lavoro. Invece mi accoglie con alcune battute sul Cagliari e poi mi chiede: sai andare a cavallo? Io gli ho detto di no. Ha insistito, mi ha chiesto se mi sarebbe piaciuto. Lì ho capito dove stava andando a parare. C’è stato molto stupore. Tutto pensavo, meno di essere nominato Alter Nos. Assolutamente, non mi è mai balenata l’idea, pur lavorando da tanti anni al Comune di Cagliari, che non ci sarebbe stata l’amministrazione e che ci sarebbe stata la volontà di una nomina non legata al Consiglio. Mi ha preso alla sprovvista. Si sono mescolati stupore, meraviglia e ansia. Sono solo un semplice dipendente pubblico, sono abituato a stare in ufficio. Tutta questa visibilità che mi è piovuta addosso mi coglie impreparato. Non sono abituato.
Nel momento in cui è stato fatto l’annuncio, quanto ha squillato il tuo telefono?
Il mio telefono squilla in continuazione. Ricevo tantissimi messaggi tutti i giorni. Ma quella sera è proprio impazzito. Subito, dopo trenta secondi, consiglieri, amici e giornalisti mi hanno subito chiamato. Ho passato quella serata a rispondere ai messaggi whatsapp fino a notte fonda. Mi ha fatto molto piacere rispondere a quelle attestazioni di affetto e vicinanza. Tutt’ora al mio telefono ricevo messaggi di congratulazioni, affetto e in bocca al lupo.
Come ti sei preparato?
L’Alter Nos viene preparato dai militari del centro ippico militare del Campo Rossi. Emanuele e Stevan sono i miei angeli custodi, i miei allenatori. Ho un cavallo placido per me. La prima passeggiata è stata emozionante. Era una esperienza che mi mancava. Mi sono sempre detto che un giorno mi sarebbe piaciuto andare a cavallo, e l’ho fatto. Mi sono allenato per arrivare preparato all’evento.
Da cagliaritano invece come hai vissuto, nel passato, la Festa di Sant’Efisio?
Chiaramente ne ho memoria da sempre. Da giovane la vivi in maniera un po’ superficiale, ma negli anni mi sono avvicinato maggiormente alla festività. Un salto di qualità l’ho fatto quando mi sono sposato nel 2002. Con mia moglie eravamo andati a vivere in via Santa Margherita. Ricorderò sempre il Primo Maggio vissuto lì, con il risveglio sentendo i nitriti dei cavalli e i muggiti dei buoi. Svegliarsi, aprire la finestra e vedere sotto di te la milizia con tutti i cavalieri è stata una cosa entusiasmante. Da allora non posso mancare alla festa di Sant’Efisio. Amo e ho sempre amato, soprattutto, il rientro. Lo trovo più raccolto, un momento secondo me molto intenso, molto particolare, molto profondo. È un unicum a livello mondiale. È una festa che non ha pari nel mondo per la ricchezza dei costumi, delle traccas, di tutto quello che è Sant’Efisio. Che è una festa incredibile. Possiamo valorizzarla ancora di più. È bellissima.
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