La discesa in campo ad ottobre 2023: Giuseppe Farris ha pubblicato un video sui social dove annunciava la sua candidatura a sindaco alle elezioni comunali di Cagliari 2024. Un passo in avanti nel mezzo delle contrattazioni delle Regionali che ha spiazzato tanti. Ad altri invece ha dato la conferma della sua volontà (e dei suoi sostenitori) di dare alla città un progetto alternativo agli schieramenti.

Nasce così CiviCa 2024. Un polo civico che ha visto Farris – avvocato, ex assessore al Personale ai tempi della giunta Floris e poi consigliere comunale di Forza Italia – dialogare per mesi con i cittadini sui temi che interessano la città. A poco a poco sono venuti fuori punti programmatici e proposte, alcune delle quali hanno fatto discutere la politica locale.

A Cagliaripad, Farris ha raccontato la genesi della sua candidatura. E le proposte che porterà a tutti i cagliaritani in vista delle elezioni dell’8 e 9 giugno 2024.

Cosa l’ha portata ad avanzare la candidatura a sindaco?

Il mio impegno civico. Sono mosso da un sentimento di ribellione nei confronti dell’operato dell’amministrazione Zedda, che ha devastato la vita dei residenti e quella delle attività commerciali. A 56 anni, dipendendo soltanto dalla mia libera professione di avvocato ho deciso, assieme a tanti amici e tante amiche, di dare il mio contributo di idee e il mio impegno per affrontare questi problemi.

Quando è nata invece questa decisione?

A ottobre. Dopo mesi di confronto si è deciso di dar vita a questo movimento civico, e da lì nasce la candidatura e la preparazione della lista.

In questi mesi ha fatto / avete fatto un lungo lavoro di confronto. A che risultati siete arrivati?

Grazie all’aiuto di 194 persone abbiamo intervistato 10.063 cagliaritani. Abbiamo chiesto loro quali sono i principali tre provvedimenti che si attendono dalla prossima amministrazione comunale. Assumendo l’impegno di rendere pubblici i dati. Impegno mantenuto: sono consultabili sul mio sito. Li abbiamo poi illustrati davanti a 500 persone il 23 marzo. Avevamo detto che avremmo avanzato delle soluzioni a tre principali bisogni e abbiamo fatto qualcosa di mai fatto. Sul tema della sicurezza abbiamo predisposto il facsimile della delibera di giunta che andremo ad assumere nei primi 30 giorni del nostro governo. Per gli altri due bisogni emersi, la riforma dei servizi di raccolta dei rifiuti con l’eliminazione dei mastelli e l’introduzione dei cassonetti di nuova generazione e le piste ciclabili, stiamo raccogliendo le firme per promuovere due referendum consultivi. Un elemento di assoluta novità: mai nessuno li aveva promossi.

A proposito dei referendum, si sono sollevate diverse polemiche. Chi la critica dice: Farris guarda al passato mentre il mondo corre verso il futuro. Cosa ne pensa?

Il tema delle ciclabili è molto semplice. A Cagliari città per ora sono stati realizzati 36 km di piste ciclabili. Il programma complessivo ne prevede 96. Ne mancano altri 60 km. Non siamo contro le piste ciclabili. Siamo contro le piste ciclabili dannose. Quelle realizzate in centro città, nei principali assi viari sono delle ciclabili dannose. Perché non sono state precedute da alcuna analisi di fattibilità tecnico-economica. Non sono state effettuate le attività di monitoraggio. Con questi dati capiamo che queste piste sono fuori legge. In secondo luogo sono percorse da meno di 100 persone al giorno. È un dato sbagliato? Se è un dato sbagliato, lo sarà per eccesso e non certo per difetto. Se vediamo un ciclista su una pista ciclabile, è un’apparizione. Non se ne vede neanche uno. Nel frattempo sono stati sottratti alla viabilità 1200 parcheggi. Siamo una città dislocata su 7 colli: dal punto di vista morfologico non è una città che ha una predisposizione per le biciclette. Nell’ipotesi in cui il referendum dia ragione a chi ne vuole l’eliminazione nel centro città, le bici sono già previste nel codice della strada. Si possono creare dei percorsi alternativi fuori dagli assi principali, in strade km30, senza pregiudicare la viabilità.

Non ha risparmiato critiche a Paolo Truzzu. Che ora si trova in Consiglio Regionale, mentre il centrodestra ha candidato Alessandra Zedda. Che errori imputa all’ex sindaco?

Intanto Alessandra Zedda si pone in continuità con l’amministrazione Truzzu. Quando parla di pregiudizi nei suoi confronti, lo fa con una dichiarazione generica e fumosa, che non significa nulla. È un un tentativo di accarezzare una certa parte di elettorato, tenendosi buona la propria compagine che è a guida Fratelli d’Italia. Lei non rinnega nulla di preciso rispetto a Truzzu. Questo è anche il motivo per cui con lei non si può fare nessun accordo. Noi siamo entrati in campo in netta discontinuità con l’amministrazione Truzzu. Nessuno lì ha preso le distanze. La maggior parte dei candidati della Zedda sono assessori o consiglieri di maggioranza dell’amministrazione Truzzu. Detto questo, gli errori più gravi sono i seguenti: ha portato avanti delle politiche che hanno violentato l’identità cittadina. È stata messa mano alla via Roma, uno dei simboli della nostra identità, con un progetto che allontanerà definitivamente dal mare la strada, con la realizzazione del bosco orizzontale immaginato da Boeri. Ha dichiarato guerra agli automobilisti. Tutti i beni della città sono all’abbandono. Dalla Necropoli punica all’Anfiteatro Romano, dal Terrapieno all’intero quartiere di Castello. Come Zedda, poi, Truzzu ha cancellato parcheggi. C’è una operazione scientifica per restringere tutte le carreggiate di tutti gli assi viari. C’è un disegno preciso per evitare che possa continuare a prosperare il commercio cittadino, allontanando i clienti verso i centri commerciali fuori dalla città. Oggi è impossibile circolare in città e andare a fare shopping così come eravamo abituati fino a 10 anni fa.

Lei è in corsa per l’8 e il 9 giugno. Qual è il suo obiettivo?

Sicuramente ci sarà un turno di ballottaggio e ci andremo noi. Mi aspetto una risposta forte dai cittadini di Cagliari. Penso che si sia capito che noi siamo l’unico progetto alternativo alle politiche fallimentari portate avanti negli ultimi dieci anni. Da sinistra e da destra.

Dovesse arrivare al ballottaggio, a chi si rivolgerà?

Ai cittadini cagliaritani. Tutti quanti. Indistintamente. Senza appartenenze politiche.

Nel caso in cui diventi sindaco, quale sarà il suo modello (passato o presente)?

Se guardiamo in chiave storica, il più grande sindaco che la città abbia avuto è stato Ottone Bacaredda. In tempi più recenti ho avuto modo di far parte delle amministrazioni Delogu e Floris, che hanno contribuito alla crescita di Cagliari. Sono modelli di buona amministrazione. In termini soprattutto di metodo.

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