È successo a Sassari. L’ingegnere settantenne, presentatosi ieri in Tribunale di fronte alla sostituta procuratrice Maria Paola Asara, era accusato di aver affittato un appartamento di sua proprietà a delle prostitute con contratti di locazione perlopiù a breve termine. 

Il viavai continuo avrebbe infastidito i condomini, che si erano lamentati con il professionista. Poi l’intervento delle forze dell’ordine che, in seguito agli accertamenti, avevano sequestrato l’immobile. 

Per la pm era evidente l’obiettivo dell’imputato di guadagnare dagli affitti ma, a suo parere, non è stata raggiunta la prova che l’uomo avesse concesso in locazione l’appartamento per trasformarla in una casa di appuntamenti. Ci sono, inoltre, dubbi sul favoreggiamento dell’attività.

L’ingegnere resta però imputato per la tolleranza perché, secondo la sostituta procuratrice, lo stesso era comunque consapevole di quanto avveniva e non sarebbe intervenuto per interrompere l’attività illecita.

Per questo il Tribunala ne ha chiesto la condanna a due anni e 500 euro di multa, la pena minima prevista. Il collegio, presieduto da Giancosimo Mura, ha rinviato per repliche e sentenza.

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