Nessun segno evidente di percosse: è questo il risultato dell’autopsia effettuata a Roma sul corpo di Stefano Dal Corso, il detenuto trovato privo di vita nel carcere di Massama. Il corpo in avanzato stato di decomposizione non ha consentito, però, un’analisi completa. Bisognerà attendere pertanto i risultati degli esami istologici.
La morte del 42enne venne archiviata come suicidio. Alla versione che Stefano si fosse impiccato però non ha mai creduto la sorella Marisa. I magistrati sardi hanno così riaperto l’inchiesta, l’ipotesi di reato è ora quella di omicidio a carico di ignoti.
La svolta è arrivata nelle ultime settimane con una nuova rivelazione di un supertestimone. Si tratta di un agente penitenziario: avrebbe raccontato come Dal Corso sia stato ucciso perché avrebbe scoperto un rapporto sessuale tra due agenti. Per questo sarebbe stato portato in una cella e ucciso a manganellate e con una spranga. Dopo di che sarebbe stato simulato un suicidio.
I risultati degli esami istologici si avranno tra 90 giorni e solo allora si conosceranno le cause della morte.
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