Bilancio caratterizzato da luci e ombre quello della XXI edizione della Mostra regionale del Libro “edito” in Sardegna, che ha evidenziato forti e innegabili criticità legate all’impianto della manifestazione.

La fiera, infatti, ha registrato nel complesso una scarsa affluenza di pubblico e visitatori per quanto concerne gli appuntamenti legati al programma degli editori sardi, che rappresenta di fatto il cuore della manifestazione e la ragione di esistere della Mostra.

Ciò malgrado, i dati di vendita sono nella media e registrano anzi un lieve incremento dovuto senz’altro al forte interesse del mondo della scuola, che ha aderito convintamente alle iniziative.

Per questo sono stati gli stessi editori sardi ad aver rivolto un appello alle istituzioni con “meno tagli di nastri tricolore a favore di telecamere e più sostegno concreto all’editoria sarda”.

“La percentuale di libri pubblicati in Sardegna rappresenta solo l’uno per cento delle pubblicazioni nazionali, ma è caratterizzata da una forte riconoscibilità, da una ‘bibliodiversità’ che va tutelata e valorizzata. Occorre, quindi, una legge regionale adeguata realmente alle esigenze degli attori della filiera del libro, capace di sostenere davvero le case editrici sulla base di parametri certi e equi”, ha evidenziato la presidente AES (Associazione Editori della Sardegna) Simonetta Castia.

Salvatore Fozzi (consigliere AES, Edizioni della Torre), ha messo l’accento sulla mancanza di visibilità dei libri sardi nella distribuzione. “Se adeguatamente sostenuta, potrebbe dare occasioni di lavoro e di crescita a tanti giovani” ha sottolineato Vanna Fois (Ilisso).

Dario Maiore (Taphros), ha riflettuto sulla necessità di accompagnare il processo di qualificazione degli operatori sardi, aiutando il comparto ad emergere in un panorama nazionale editoriale fatto di grandi numeri. Un altro problema, sentito dagli editori, riguarda alcune modifiche della norma regionale di riferimento, che rischiano di introdurre degli elementi di forte discrezionalità.

Giovanni Fara (Catartica) ha sottolineato “l’importanza di fare rete tra case editrici operanti in Sardegna. Questo, però, non basta. Serve una valorizzazione da parte delle istituzioni, che dovrebbero tagliare meno nastri tricolore alle inaugurazioni e dimostrarsi invece più partecipi e attenti alle reali esigenze del settore”.

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