Mercoledì 22 settembre, il Senato ha dato via libera ad un disegno di legge sul contrasto alla violenza nei confronti delle donne. La proposta era stata presentata dalla ministra della Famiglia e le Pari opportunità, Eugenia Roccella.
La legge è stata approvata da 157 tra senatori e senatrici, comprendendo anche i voti dell’opposizione. Al termine della votazione, c’è stato un lungo applauso. Negli ultimi giorni si era richiesta l’approvazione urgente, in seguito agli ultimi casi di femminicidio in Italia.
Il disegno di legge, arrivato dalla Camera con alcune modifiche rispetto al testo del Governo, rafforza le norme del “Codice Rosso”. Si occupa di rafforzare la tutela delle vittime di violenza e le norme di prevenzione (ammonimento, braccialetto elettronico, distanza minima di avvicinamento).
Cosa prevedono gli articoli di legge? Dalla 1 alla 5
L’articolo 1 estende l’ambito di applicazione degli obblighi informativi alle vittime di violenza da parte delle forze dell’ordine, dei presidi sanitari e delle istituzioni pubbliche.
L’articolo 2 apporta alcune modifiche al codice antimafia e delle misure di prevenzione. Estende l’applicabilità da parte dell’autorità giudiziaria delle misure di prevenzione personali anche ai soggetti indiziati di alcuni gravi reati che ricorrono nell’ambito dei fenomeni della violenza di genere e della violenza domestica.
L’articolo 3 assicura priorità assoluta nella formazione dei ruoli di udienza e nella trattazione dei processi, anche relativi ai reati di violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, di costrizione o induzione al matrimonio, di lesioni personali aggravate, di deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso, di interruzione di gravidanza non consensuale, di diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti e di stato di incapacità procurato mediante violenza, laddove ricorrano le circostanze aggravanti ad effetto speciale e quindi il colpevole abbia agito con il fine di far commettere un reato, ovvero la persona resa incapace commette in tale stato un fatto previsto dalla legge come delitto.
Invece l’articolo 4 prevede che, con riguardo i processi relativi ai delitti di violenza di genere e domestica, debba essere assicurata priorità anche alla richiesta di misura cautelare personale.
A suo modo l’articolo 5 reca misure volte a favorire la specializzazione degli uffici requirenti in materia di violenza di genere e domestica.
Cosa prevedono gli articoli di legge? Dalla 6 alla 9
L’articolo 6 prevede iniziative formative in materia di violenza contro le donne e violenza domestica. In particolare la predisposizione di apposite linee guida nazionali, al fine di orientare un’adeguata e omogenea formazione degli operatori che a diverso titolo entrano in contatto con le donne vittime di violenza. Si prevede altresì che siano inserite specifiche iniziative formative in materia di violenza contro le donne e violenza domestica.
L’articolo 7 interviene sul procedimento di applicazione delle misure cautelari nei procedimenti relativi a delitti di violenza domestica e di genere. Prevedendo che il pm debba richiedere l’applicazione della misura entro trenta giorni dall’iscrizione della persona nel registro delle notizie di reato e che il giudice debba pronunciarsi sulla richiesta nei venti giorni dal deposito dell’istanza cautelare presso la cancelleria.
L’articolo 8 modifica l’articolo 127 delle norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del codice di procedura penale in materia di comunicazione delle notizie di reato al procuratore generale.
Imponendo al procuratore generale presso la corte d’appello l’obbligo di acquisire trimestralmente dalle procure della Repubblica del distretto i dati sul rispetto dei termini relativi ai procedimenti di cui al nuovo articolo 362-bis del codice di procedura penale, e di inviare al procuratore generale presso la Corte di cassazione una relazione almeno semestrale.
L’articolo 9 innalza la pena prevista relativa alla violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e al divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa. E ne estende la disciplina penalistica anche alla violazione degli ordini di protezione emessi dal giudice in sede civile.
Cosa prevedono gli articoli di legge? Dalla 10 alla 13
L’articolo 10 introduce nel codice di procedura penale il nuovo articolo 382-bis, al fine di consentire l’arresto in flagranza differita nei casi di violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, di maltrattamenti contro familiari e conviventi, nonché di atti persecutori.
L’articolo 11 aggiunge cinque ulteriori commi all’articolo 384-bis del codice di procedura penale. Il quale disciplina la misura pre-cautelare dell’allontanamento d’urgenza dalla casa familiare. Si prevede in particolare che, il pubblico ministero dispone, con decreto motivato, l’allontanamento urgente dalla casa familiare, con il divieto di avvicinarsi ai luoghi abitualmente frequentati dalla persona offesa, ove sussistano fondati motivi per ritenere che le condotte criminose possano essere reiterate.
Entro quarantott’ore dall’esecuzione del decreto con il quale è stato disposto l’allontanamento urgente, il pubblico ministero ne richiede la convalida al giudice per le indagini preliminari competente in relazione al luogo nel quale il provvedimento di allontanamento d’urgenza è stato eseguito. Il giudice per le indagini preliminari deve fissare entro le successive quarantott’ore l’udienza di convalida dandone avviso senza ritardo al pubblico ministero e al difensore.
L’articolo 12 interviene in materia di misure cautelari e in particolare di prescrizione del braccialetto elettronico, e prevedendo l’applicazione della misura cautelare in carcere nel caso di manomissione dei mezzi elettronici e degli strumenti tecnici di controllo disposti con la misura degli arresti domiciliari, ovvero con le misure coercitive di cui agli articoli 282-bis o 282-ter.
L’articolo 13 introduce alcune deroghe alla disciplina vigente in materia di criteri di scelta e di condizioni di applicabilità delle misure cautelari coercitive, nonché modifiche alla normativa in tema di conversione dell’arresto in flagranza e del fermo in misura coercitiva.
Cosa prevedono gli articoli di legge? Dalla 14 alla 16
L’articolo 14 interviene in materia di informazioni da rendere alla persona offesa dal reato, estendendo l’obbligatorietà dell’immediata comunicazione alle vittime di violenza domestica o di genere a tutti i provvedimenti deliberati e inerenti l’autore del reato, sia esso imputato in stato di custodia cautelare, condannato o internato.
L’articolo 15 reca modifiche al regime della concessione della sospensione condizionale della pena prevista dal quinto comma dell’articolo 165 del codice penale, disponendo che, ai fini della sospensione condizionale della pena, non è sufficiente la mera partecipazione, con cadenza almeno bisettimanale, ai percorsi di recupero, ma occorre che tali percorsi siano superati con esito favorevole.
L’accertamento della partecipazione del superamento del percorso così come la valutazione del medesimo sono demandati al giudice. Il provvedimento che determina il venir meno delle misure cautelari precedentemente disposte a seguito della sospensione condizionale della pena deve essere immediatamente comunicato all’autorità di pubblica sicurezza affinché valuti se richiedere l’applicazione di una misura di prevenzione.
L’articolo 16 modifica la disciplina relativa alla domanda di indennizzo per le vittime di crimini internazionali violenti, di cui all’articolo 13 della legge n. 122 del 2016.
Cosa prevedono gli articoli di legge? Dalla 17 alla 19
L’articolo 17 infine introduce e disciplina la possibilità di corrispondere in favore della vittima di taluni reati, oppure degli aventi diritto in caso di morte della vittima, una provvisionale, ossia una somma di denaro liquidata dal giudice come anticipo sull’importo integrale che le spetterà in via definitiva. La somma è corrisposta su richiesta alle vittime o agli aventi diritto che vengano a trovarsi in stato di bisogno in conseguenza dei reati medesimi.
La disposizione fa riferimento ai delitti di omicidio, violenza sessuale o lesione personale gravissima o deformazione dell’aspetto mediante lesioni permanenti al viso commessi dal coniuge, anche separato o divorziato, o da persona che è o è stata legata da relazione affettiva alla persona offesa.
L’articolo 18 dispone che, entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge, il Ministro della giustizia e l’autorità politica delegata per le pari opportunità adottino un decreto interministeriale che disciplini le modalità per il riconoscimento e l’accreditamento degli enti e delle associazioni abilitate ad effettuare corsi di recupero degli autori di reati di violenza sulle donne e di violenza domestica.
Il ministro della giustizia e l’autorità politica delegata per le pari opportunità devono inoltre provvedere all’emanazione di linee guida per l’attività di tali enti e associazioni.
Infine, l’articolo 19 reca la clausola di invarianza finanziaria. Dall’attuazione del provvedimento non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
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