La Sardegna conquista il terzo posto nella classifica nazionale per numero di imprese digitali.
Nel 2023 la crescita annua delle imprese isolane è stata del 5,65%, doppiando il risultato eccellente dell’Italia che si ferma al +3,3%. Tutto equivale a oltre 3.500 attività con circa 10mila dipendenti. Tra le regioni prima della Sardegna solo il Veneto con una crescita del +6.6% e il Lazio con +5,9%.
È quanto emerso dall’analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna sulla “Transizione digitale delle PMI in Sardegna”, che ha rielaborato i dati Istat del 2023.
Tra le province a livello nazionale, in testa Padova con +11,8%, seguita da Vicenza con 9,7%, Cagliari con +6,8%, Cuneo con +6,2%, Treviso con +5,0%, Roma con +4,9%, Como con +4,8%, Sassari/Gallura con +4,6%, Torino con +4,5%, Milano con +4,3%, Bergamo con +4,2%, Firenze con +3,9%, Verona con +3,5%, Monza e Brianza e Bologna con +3,3%.
“L’artigianato del futuro parte da qui, da queste imprese e da un territorio, quello sardo, che in più di 30 anni è diventato la Silicon Valley del Mediterraneo – sottolinea la presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Maria Amelia Lai – che però sconta, rispetto ai competitor europei, giganteschi gap infrastrutturali, energetici e di imposizione fiscale. Soprattutto su questo fronte, quello della ricerca e tecnologia, dobbiamo tornare a essere lungimiranti, a programmare e a sostenere tutte quelle realtà che con l’intelligenza dei loro lavoratori realizzano prodotti e servizi ad altissimo valore aggiunto”.
“Se lavoriamo su queste basi – spiega Lai -, potremmo essere tecnologicamente all’avanguardia come la Silicon Valley americana. Dobbiamo avere come obiettivo quello di riportare la Sardegna ad essere un polo attrattivo di scienza dove le migliori menti mondiali potrebbero essere attratte per ricreare quel forte habitat che si stava già creando negli anni 90”.
“Nel 2022, sempre in Sardegna – ricorda Lai – 14mila micro e piccole imprese “greentose” hanno investito in almeno uno dei tre ambiti della transizione digitale: tecnologie digitali, modello organizzativo aziendale e sviluppo di nuovi modelli di business. Questi loro sforzi devono però essere accompagnati da politiche di sostenibilità che siano in grado di dare risposte al “qui ed ora” ma anche al “domani e dopodomani”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il vice presidente regionale di Confartigianato Sardegna, Fabio Mereu: “Abbiamo bisogno di connettività e reti veloci ed efficienti ed è fondamentale che la nostra regione prosegua nel rafforzamento in queste infrastrutture (telecomunicazioni e banda ultra larga) che sono le “gambe” su cui può camminare la diffusione della tecnologia orientata alla domotica ed alla gestione delle apparecchiature tecnologiche come: software, gestionali, cloud, marketplace, realtà aumentata, piattaforme per l’efficientamento di processi e servizi innovativi”. “Usare energia pulita va bene ma non basta e non è l’unica via – prosegue Mereu – comunità energetiche, autoconsumo, fotovoltaico sono strumenti importanti ma devono essere accompagnati, anzi anticipati, da processi di efficientamento energetico dei sistemi, di macchinari, di edifici, di monitoraggio e gestione efficace dei consumi”.
Per l’Associazione artigiana, le imprese devono iniziare a studiare in modo scientifico i loro prodotti e i loro processi di produzione per generare nuovo valore, mettendo sul mercato qualcosa di innovativo.
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