Condannato a sei anni di carcere l’impresario siriano Anwar Daadooue per aver raccolto finanziamenti in Sardegna e averli poi trasferiti nelle casse dell’organizzazione radicale sunnita Jabhat al Nusra.

Lo ha deciso ieri la Corte d’Assise di Sassari. Secondo il pm Danilo Tronci, oltretutto, l’organizzazione sarebbe affiliata all’Isis.

L’uomo è considerato il coordinatore della rete di finanziamento attiva in Gallura. Secondo la tesi dei Digos di Sassari, i soldi venivano inviato da Olbia verso un “ufficio di rappresentanza” situato a Raqqa, capitale dello Stato islamico fino all’ottobre 2017.

Il 50enne era titolare di imprese edili che per anni hanno operato in cantieri pubblici e privati della Gallura e di Sassari. L’uomo ha vissuto a lungo a Olbia e ha realizzato anche importanti opere in aree strategiche come l’ex arsenale di La Maddalena, l’aeroporto Costa Smeralda e il Mater Olbia.

I legali difensori di Daadoue, Angelo Merlini, Donatella Corronciu e Salvatore Arcadipane, hanno sempre sostenuto che il loro assistito non è un terrorista, ma un oppositore del dittatore Assad.

L’imputato, dopo un’evasione da un carcere danese, è ora latitatne e ricercato dalle autorità italiane in tutta Europa e in Medio Oriente.

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