Paolo Murtas non è molto social. Se bazzichi sui suoi canali si trovano poche ma incisive foto. Assieme a Maggie Civantos, star della fortunata serie di Netflix Vis a Vis. Oppure con alcuni calciatori. Oppure riprendono il risultato del suo lavoro: tatuaggi di pregevole qualità. Ma la distanza temporale è così ampia che i post in un anno si contano con le dita delle mani.
Oristano è la sua casa. Distante dalla frenesia della grande città. In un laboratorio collettivo dove il contatto umano è fonte di idee, ispirazione, condivisione, crescita personale. Non a caso è uno dei tatuatori più ricercati e apprezzati in Italia.
Ha raccontato ai nostri microfoni cosa vuol dire essere tatuatori oggi, qual è stato il suo percorso. Con una chiosa, forse polemica o solamente giusta, sulla rappresentazione del suo lavoro.
Quando inizia a germogliare l’interesse per il disegno?
Il mio interesse inizia da bambino. Come tutti i bambini disegnavo tanto, principalmente copiavo i fumetti. Poi ho proseguito crescendo, con il disegno, all’istituto d arte.
Come sei diventato tatuatore? Chi ti ha ispirato?
Ti devo dire, non mi ha ispirato nessuno in particolare. Solo il tatuaggio in sé inizialmente mi incuriosiva. Quando ho iniziato non c’erano posti dove poter fare l’apprendista- Non c’era Youtube o qualche sito con i tutorial. Non c’erano corsi. Insomma non c’era niente.. Mi ricordo ancora che dopo aver comprato la prima macchinetta, mandai una mail di lamentele al venditore, perché non funzionava bene. Invece era solo montata male.. (ride). Non sapevo proprio da dove partire. Iniziare da solo mi ha fatto evolvere in modo molto più lento, ma ci sono riuscito lo stesso.
Quali sono i tatuaggi che prediligi e quali quelli che ti vengono più richiesti?
Non ho una preferenza. In alcuni sono più bravo come per certi tipi di tatuaggio realistico. Ma per me l’importante è che sia bello e stia bene nel corpo, guardo quello..
Qual è il tuo rapporto coi vip a cui hai avuto modo di fare un tatuaggio?
Con alcuni ho un rapporto d’amicizia. Per me sono persone normali con cui mi mostro me stesso e penso che si trovino bene anche per quello. Mi hanno contattato tramite passaparola e per me quello è molto gratificante. Non amo mostrarmi troppo sui social, il giusto. Infatti ci sono stati calciatori che ho tatuato di cui magari non ho messo neanche una foto.
Quali sono i calciatori o i vip per cui hai lavorato?
Alcuni calciatori come Bonucci, Rugani e Perin. Anche Daniele De Rossi e la moglie Sarah Felberbaum, molti calciatori ed ex calciatori del Cagliari. Anche attori del cinema, come la protagonista di Vis a Vis. Ce ne sono davvero tanti, l’elenco è davvero lungo. Mi sono trovato molto bene con tutti, sono persone d’oro.
La Sardegna ha una florida scena tattoo. Ma cosa si potrebbe fare di più e meglio per questo settore?
Se c’è qualcosa in più da fare, forse dovrebbero farlo i tatuatori. Non solo in Sardegna. Dovrebbero pensare meno a fare gli influencer e più a fare il proprio lavoro. Per carità non fanno del male a nessuno e usano i social nel migliore dei modi. Da un lato fanno bene e li rispetto. Però hanno ridicolizzato questo lavoro negli ultimi anni, con video su video e altre pagliacciate. Spero che per il futuro a cambiare siano proprio i tatuatori. Sembra che questo sia un lavoro di cui vantarsi o che sia speciale. Il mio consiglio è di essere meno influencer e di concentrarsi di più sul lavoro.
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