Prende il via la campagna antinfluenzale in Sardegna.

L’obiettivo è quello di migliorare le coperture vaccinali raggiunte durante la passata stagione autunnale. Sono ancora molti gli anziani in Sardegna che non si vaccinano: nella scorsa stagione, solo il 37,3% degli over 65 ha ricevuto il vaccino, un ulteriore calo rispetto all’anno precedente (41,2%).

Un dato ben lontano dai target fissati dal Ministero della Salute, che raccomandano il raggiungimento del 75% come obiettivo minimo e del 95% come ottimale tra gli anziani e i gruppi a rischio, in linea con quanto indicato dall’OMS e il Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2023-2025. Considerato che l’influenza causa fino a 8.000 decessi ogni anno, è fondamentale lanciare un appello ora che la campagna vaccinale è ai blocchi di partenza, al fine di aumentare le percentuali di adesione, specialmente in questa delicata fascia d’età.

“L’influenza, purtroppo, è ancora molto sottovalutata, anche dai più fragili. Sensibilizzare tutta la popolazione anziana a prevenire la malattia e ad aderire tempestivamente alla campagna vaccinale è fondamentale”, dice il direttore del Servizio Igiene e Sanità Pubbica dell’Asl di Cagliari, Garbiele Murenu. “Il vaccino antinfluenzale – spiega incarna la migliore strategia preventiva per gli anziani per ridurre l’impatto clinico dell’influenza. Ma nonostante le ampie dimostrazioni di sicurezza ed efficacia del vaccino, le coperture non raggiungono i valori minimi consigliati. In Sardegna dopo i buoni risultati della stagione 2020/21 con il raggiungimento di valori di copertura superiori al 60% negli over 65, nella stagione appena trascorsa abbiamo avuto un preoccupante abbassamento delle coperture, così come del resto in tutta Italia. Occorre invertire la rotta con la nuova campagna, che si conta di avviare rispettando le tempistiche indicate dal Ministero della Salute”.

Ogni anno, si stima che il 50-70% delle ospedalizzazioni legate all’influenza ed il 70-85% dei decessi correlati alla contrazione di questo virus riguardino principalmente persone over 65. La presenza di comorbidità, inoltre, aumenta il rischio di complicanze e questo è motivo di preoccupazione visto che il 50% della popolazione tra i 65 e i 75 anni di età soffre di almeno una patologia cronica, percentuale che sale al 75% sopra gli 85 anni.

Le ospedalizzazioni per cause cardiovascolari ed eventi respiratori riconducibili all’influenza sono quantificate in più di 300.000 l’anno. Inoltre, i pazienti anziani sono soggetti anche a rischi a medio-lungo termine, come il pericolo di perdere l’autosufficienza funzionale associata al peggioramento persistente di patologie co-presenti, con la conseguente richiesta di assistenza continuativa o istituzionalizzazione. La prevalenza di insorgenza di disabilità dopo la dimissione ospedaliera è del 30%

“Oggi è importante raggiungere non solo le coperture raccomandate dal Ministero – prosegue Murenu – ma anche rispettare l’appropriatezza vaccinale ovvero proteggere la popolazione più anziana e in particolare chi è affetto da più patologie con vaccini altamente efficaci. In queste persone in quanto popolazione con ridotta risposta immunitaria in questi anni tra le diverse tipologie di vaccini si sta sempre di più dimostrando l’efficacia del vaccino ad alto dosaggio”.

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