(Foto credit: Comune di Cagliari)

Ha fatto tanto discutere il nuovo spot di Esselunga, in cui si tratta di divorzio e famiglie separate.

La bambina che porta la mela al papà dopo aver salutato la mamma non è piaciuta ai più che hanno accusato una delle più importanti catene di supermercati in Italia di colpevolizzare la piccola e più in generale le “famiglie non tradizionali”.

Nel dibattito è intervenuta anche la premier Giorgia Meloni con un tweet in cui ha scritto: “Leggo che questo spot avrebbe generato diverse polemiche e contestazioni. Io lo trovo molto bello e toccante”.

Un commento che ha fatto infuriare i leader delle opposizioni, giornalisti e opinionisti televisivi.

Sul caso è intervenuta anche Camilla Soru, consigliera PD al Comune di Cagliari, che ha scritto sulla sua pagina Facebook: “Quali sono le leve in questo spot? La separazione è l’inferno, i bambini soffrono come non mai e la colpa è delle donne. Sì, lo spot cristallizza questo. Lo dice sapientemente nell’utilizzo delle inquadrature, delle espressioni e delle posizioni di ogni singolo personaggio. Il momento di gioia madre/figlia interrotto dal citofono, lei che guarda lui dall’alto in basso con una sufficienza disturbante, lui che guarda lei del basso verso l’alto come un cucciolo di panda abbandonato in autostrada”.

Poi si sofferma sul target dello sport: “Non [sono] certo i bambini – scrive Soru -, che da questo spot potrebbero prendere il pericolosissimo messaggio che sia loro il compito di mediare i conflitti degli adulti, con un carico di responsabilità che farebbe venire ansia a chiunque.  Non certo le coppie separate, colpevoli di far soffrire i bambini, soprattutto ovviamente le donne separate.  Il target, incredibile a dirsi, è proprio la famiglia tradizionale che vedendo uno spot del genere si calma, autoconferma la sua posizione nel giusto e si sente a casa”.

“No, Esselunga non ha avuto il coraggio di raccontare le famiglie di oggi – aggiunge l’esponente dem -, uscendo dal cliché della famiglia felice che la mattina canta attorno al tavolo fagocitando merendine. Esselunga ci dice che fuori da quel cliché esiste solo la famiglia triste dove i bambini sono infelici. E anche il mondo lo è (vogliamo parlare della costante patina nebbiosa e della luce sempre scura negli ambienti chiusi?)”.

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