Sta facendo parlare parecchio l’assalto all’isola di fonti rinnovabili da parte delle aziende del settore. E sul caso si scuote la politica: è botta e risposta tra l’assessora all’Industria Anita Pili e la vicepresidente del M5S Alessandra Todde.

La Pili aveva imputato al Movimento 5 Stelle la responsabilità della speculazione in atto. Dichiarazione che ha infastidito la Todde, che sui social non l’ha mandata a dire: “È in malafede”.

Prima l’attacco alla giunta Solinas. “Sembra avere dimenticato che, in materia di produzione e distribuzione di energia elettrica, potrebbe legiferare autonomamente rispetto al governo centrale. Se, in attesa del decreto ministeriale, la giunta regionale avesse legiferato sulle aree idonee, non saremmo in queste condizioni da Far West”.

Quindi tocca l’attività dell’assessora Pili. “È la stessa che in sede di attuazione dei progetti PNNR in materia di comunità energetiche, con la Sardegna come capofila, ha deciso di sfilarsi per motivi che restano ancora sconosciuti. Avrebbe avuto la possibilità di coordinare e gestire il macro-tema delle energie rinnovabili anche in materia eolica e fotovoltaica e invece – colpo di scena – ha scelto di lavarsene le mani salvo poi, oggi, gridare allo scandalo”.

Infine l’affondo contro il centrodestra. “La giunta Solinas non può certo tutelare davvero la Sardegna senza una visione, senza coerenza, senza lavorare con impegno e competenza per il benessere di tutti i cittadini sardi. Continuano solo ad adoperarsi ad esclusivo vantaggio del portafoglio dei soliti pochi, quei pochi che hanno già gravemente danneggiato la nostra terra”.

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