In Sardegna sarà possibile il recupero dei seminterrati a uso residenziale, direzionale e commerciale, a condizione che abbiano un’altezza minima di 2,40 metri.

Lo stabilisce l’articolo 21.12 del Collegato alla manovra finanziaria approvato a maggioranza dal Consiglio regionale. La norma, ampiamente contestata dalla minoranza in diversi interventi, riguarda anche i piani pilotis per i quali è ammesso il riuso “solamente se esteso all’intero piano e purchè siano comunque rispettate le superfici minime destinate a parcheggio”.

Il provvedimento prevede, però, che il recupero ai fini abitativi di queste tipologie sia “vietato nelle aree dichiarate di pericolosità idraulica e da frana, elevata o molto elevata”. Forti le polemiche che proseguiranno certamente anche fuori dal palazzo di via Roma.

Opposizione contraria. “Da un lato volete far credere di favorire un turismo alto spendente con la riqualificazione degli hotel di lusso sul mare, ma poi – ha attaccato Francesco Agus, capogruppo dei Progressisti – in totale contraddizione riconoscete l’abitabilità ai seminterrati, quelli che puntualmente ogni estate vengono affittati, spesso in nero ai turisti”.

A difendere il provvedimento Michele Cossa, Riformatori: “In questa norma non si parla di turismo – chiarisce – l’utilizzo dei seminterrati a uso residenziale ha l’obiettivo di limitare il consumo del suolo e di favorire la messa in opera di interventi tecnologici per il contenimento dei consumi energetici”. Cossa ha ricordato anche il divieto tassativo contenuto nella norma per le aree a rischio idrogeologico elevato.

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