(Foto credit: Ansa)

Nonostante i tanti appelli da parte dei sindacati e delle associazioni, l’emergenza carceri in Sardegna non si ferma.

L’ultimo episodio è avvenuto ieri nel carcere di Oristano, dove diversi agenti della Polizia Penitenziaria sono stati aggrediti da un gruppo di detenuti.

“Basta! È ora della tolleranza zero!”, dice duramente Luca Fais, segretario regionale del Sappe. “In tre – racconta – a causa delle contusioni riportate, hanno dovuto far ricorso alle cure ospedaliere”.

“Dai vertici istituzionali solo proclami e belle parole, ma, di concreto, il nulla. Queste sono violenze annunciate, commesse in una struttura in cui manca personale, strumenti di difesa individuale come il taser ed un regime di sicurezza proporzionato alla tipologia di detenuti di alta pericolosità”.

Solidarietà anche da Donato Capece, segretario generale del Sappe, che evidenzia come le intolleranze dei detenuti ed il grave episodio da loro provocato “è sintomatico del fatto che le tensioni e le criticità nel sistema dell’esecuzione della pena in Italia sono costanti”. Poi aggiunge: “Bene l’ipotesi di configurare come aggravante l’aver posto in essere atti finalizzati ad alterare l’ordine e la sicurezza durante la carcerazione, come ha annunciato il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari, ma io credo si debba andare oltre – dice Capece -, destinando carceri dismesse come l’Asinara e Pianosa per contenere quei ristretti che si rendono protagonisti di gravi eventi critici durante la detenzione”.

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