Rifondazione Comunista, Potere al Popolo, ProgReS-Progetu Repùblica de Sardigna, Partito Comunista Italiano, iRS-indipendèntzia Repùbrica de Sardigna e RossoMori si muovono verso le Regionali 2024 e promuovono un’alternativa “unitaria e antagonista al cartello di partiti oggi presenti in Consiglio regionale”.
“Malgrado l’ostacolo posto da una legge elettorale che riteniamo vada prontamente riformata in senso più rappresentativo – scrivono -, intendiamo promuovere un progetto di lotta e di proposta politica unitario, aperto e inclusivo, con l’auspicio che in questo percorso si uniscano a noi tutte quelle soggettività civiche e politiche che intendono superare l’attuale situazione di dissesto sociale ed economico della Sardegna”.
Salario minimo garantito per lavoratrici e lavoratori, dismissione immediata di tutti gli insediamenti militari, stop al “saccheggio energetico” da parte delle multinazionali del solare e dell’eolico, sono i punti fermi del nuovo polo.
Critica Sardigna Nazione Indipendentzia: “Si capisce che il legante del cosiddetto secondo polo è specialmente di tipo ideologico e nasce sul modello italiano di alternativa al Pd e di contrasto alle destre che oggi governano lo stato italiano – si legge in una nota di Bustianu Cumpostu -. È un polo tutto interno alla politica italiana che in Sardegna non si può non configurare con colorature sarde, autonomiste e antidiscriminatorie”.
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