Sono circa seimila le famiglie sarde che da oggi non riceveranno più il reddito di cittadinanza e stanno invadendo gli uffici dei servizi sociali dei Comuni per chiedere assistenza ed evitare il taglio.

“Gli operatori – spiega la presidente dell’Ordine degli assistenti sociali, Milena Piazza – si ritrovano ad assolvere a carichi di lavoro non più sostenibili, senza peraltro disporre degli adeguati strumenti informativi e amministrativi per poter offrire risposte certe”.

La presidente ha rivolto un invito al presidente della Regione, Christian Solinas, agli assessori del Lavoro e delle Politiche sociali, al direttore regionale dell’Inps e al direttore dell’Aspal, che sa di appello.

“Si adoperino per porre in essere ogni misura utile a tutelare l’incolumità degli assistenti sociali e per prevenire ogni forma di aggressione a loro danno e consentire ai servizi di lavorare in serenità. Non possono essere i professionisti dell’aiuto a pagare il prezzo di modalità non adeguatamente ponderate – ha spiegato Piazza – ed è anche per queste ragioni che facciamo appello alle istituzioni perché sostengano la richiesta finalizzata ad una proroga dei termini, per consentire così adeguate informazioni ai cittadini, i quali come è noto, non tutti si trovano in condizioni di inoccupabilità (secondo i nuovi criteri) e anche per coloro che potrebbero continuare a beneficiare della misura, la “presa in carico” da parte dei servizi sociali non è un iter di pochi giorni”.

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