Il governo Meloni ha revisionato il PNRR con un taglio di ben 16 miliardi di euro destinati ai Comuni e alle Regioni. In gran parte, si tratta di risorse per la gestione del rischio di alluvione e la riduzione del dissesto idrogeologico.
La Sardegna, avendo un gran numero di Comuni – 250 su 377 – sotto i 10mila abitanti, è tra le prime vittime della modifica dell’esecutivo dato che i fondi sono stati tarati sui grandi Comuni.
Da parte sua, l’assessore regionale agli Enti locali Aldo Salaris ha avuto un incontro con il ministro Raffaele Fitto per chiedere un intervento immediato.
Ma questo non è bastato per placare gli animi dell’opposizione. Il consigliere del PD, Silvio Lai, è intervenuto in merito: “Emerge con chiarezza, dalle proteste dei Comuni come dal silenzio delle Regioni, come sia inadeguato il sistema di monitoraggio della spesa periferica di enti locali e regioni, considerato che i tagli sarebbero anche su progetti già avanzati in termini di impegno”.
“Sono tagli che riguardano anche la Regione Sardegna che farebbe bene a rendere trasparente il livello di spesa effettuati e i tagli che sta subendo”, aggiunge Lai.
Dello stesso avviso anche il presidente di Anci Sardegna, Emiliano Deiana: “Il governo assicura che non si perderà nulla ma le nuove poste di bilancio sono spostate sui fondi Fsc, cioè quelli dello sviluppo e coesione”. Inoltre, prosegue Deiana “si stanno vincolando i soldi della nuova programmazione 21-27 su finalità e su territori che non erano quelli originari, ma cosa ancor più grave è che la gran parte dei 16 miliardi vengono tolti dalle opere di mitigazione del rischio idrogeologico: se non facciamo le opere stiamo mettendo a repentaglio la vita dei cittadini”.
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