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Caldo record, addio al 40% delle api sarde: danni per oltre 10 milioni

La fioritura dell'eucalipto è andata quasi tutta distrutta così come quella del timo, riducendo la produzione a poco più di 4 kg in media per arnia rispetto ai 14 kg

Le elevate temperature che hanno investito l’intero Mediterraneo, Sardegna compresa, rischiano di compromettere il settore dell’apicoltura.

Per questo il direttivo del Centro Studi Agricoli, diretto da Tore Piana, su sollecitazione di numerosi apicoltori sardi, si è riunito ieri pomeriggio, per analizzare la situazione dei danni causati dal caldo record delle ultime settimane.

Nell’Isola infatti sono presenti ben 2.375 apicoltori, 58.451 alveari e 5.329 apiari. Considerando che un alveare produce in media 14 kg di miele e che il prezzo medio del miele sardo è di circa 10 euro al kg, si ottiene un valore della produzione di circa 8.138 quintali di miele per 8.180.000 euro annui.

Le ondate di calore hanno causato la quasi totale mancanza di nettare. La fioritura dell’eucalipto, ad esempio, è andata quasi tutta distrutta, come anche quella del timo, riducendo la produzione a poco più di 4 kg in media per arnia, rispetto ai 14 kg.

Ma il dato più allarmante riguarda la morte di circa il 40% delle api, corrispondente a circa 100 milioni di esemplari. Basti pensare che in media un alveare ha una temperatura interna di circa 30 gradi e con le elevate temperature di queste settimane che superavano i 46 gradi, la temperatura all’interno degli alveari ha raggiunto circa 43/45 gradi con la conseguente moria di larve e disseccamento delle uova pronte a schiudersi.

L’eccessivo sforzo delle api adulte, poi, con l’azione del battito delle ali per ventilare l’alveare e far abbassare le temperature interne, non ha permesso il pascolamento delle stesse fuori dall’alveare e anzi ne ha provocato la morte senza un ricambio delle giovani api.

Da parte loro gli apicoltori sardi stanno prendendo in considerazione l’allevamento di api di importazione più resistenti e con una maggiore adattabilità e una conseguente maggiore produzione. Si tratta di ibridi di api provenienti dal Sud America, ma c’è il rischio di importare api che potrebbero compromettere l’equilibrio dell’ecosistema sardo e inquinare la specie autoctona.

Il Centro Studi Agricoli evidenzia che il danno economico ad oggi calcolato per l’apicoltura sarda a causa della moria delle api e della riduzione drastica delle produzioni di miele, viene valutato in oltre 5 milioni di euro per la parte economica diretta, a cui si aggiungeranno danni indiretti per riduzione delle impollinazioni per circa altri 10 milioni di euro.

Il direttivo del Centro Studi Agricoli chiede quindi di inoltrare urgentemente una richiesta ufficiale all’assessorato regionale all’Agricoltura e al Presidente della Regione di dichiarazione di danni da calamità naturali e l’avvio di un iter per indennizzo a tutto il comparto apicolo sardo.

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