Le famiglie italiane snobbano la Sardegna come meta delle proprie vacanze e gli stranieri, invece, ritrovano qui il luogo del cuore. Il calo degli italiani, soprattutto ad agosto, è consistente e nelle strutture ricettive sarde pesa l’invenduto. Colpa dell’inflazione e della stagione di aumenti vertiginosi dei prezzi dei beni essenziali che ha colpito i risparmi degli italiani.
Così la scelta ricade sul turismo di prossimità o su mete assai più economiche, anche all’estero. L’analisi è di Federalberghi Sardegna che fa il punto su una stagione 2023 annunciata come esplosiva e poi ridimensionata in corsa. Perché a diminuire, oltre al numero degli italiani in vacanza nell’Isola, è anche il soggiorno medio che ormai si attesta sui quattro giorni per una vacanza in hotel o resort, scendendo vertiginosamente rispetto ai sette giorni di qualche anno fa.
Il bilancio si farà alla fine per una stagione che comunque sembra in linea, sul dato generale, con il 2019, anno spartiacque pre-pandemia e di vero e proprio boom. Le previsioni dell’imminente agosto sono incerte: “Anche le principali agenzie italiane stanno comunicando che sul segmento ‘mare Italia’ nel mese di agosto c’è ancora molto invenduto”, spiega Paolo Manca, presidente regionale dell’associazione che riunisce gli albergatori sardi.
“Stiamo registrando un last minute estremo, quasi un ‘last second’ sulle prenotazioni – sottolinea – dovuto all’incertezza e all’instabilità legate all’inflazione e all’aumento dei prezzi, che pesano sulle famiglie italiane”. “Questo porta gli operatori a uscire con offerte eccessivamente ribassate – sottolinea il presidente regionale – e si rischia la schizofrenia tariffaria, con situazioni in cui per lo stesso prodotto e nello stesso periodo vengano pagate tariffe diverse, questo non è un bene né per i clienti né per gli operatori che anche a parità di flussi in arrivo non raggiungono gli stessi risultati economici”.
La nota positiva che in parte sta compensando la mancanza dei flussi turistici nostrani è la presenza di stranieri arrivati in forza a maggio e giugno e che ora, programmando con largo anticipo le proprie vacanze d’autunno, spingono le prestazioni di settembre e ottobre.
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