Traffico illecito di rifiuti tossici e nocivi.

È questa l’ipotesi di reato formulata dal Tribunale di Cagliari nei confronti di due persone, residenti a Cagliari e Uta, per cui sono scattati gli arresti domiciliari nel primo caso e l’obbligo di dimora nel secondo.

I due facevano parte di un’impresa di trattamento e recupero di rottami ferrosi, metallici e pneumatici, rifiuti tossici e nocivi, con sede nel Cagliaritano. La stessa è stata posta sotto sequestro preventivo, quote societarie comprese.

Le indagini erano iniziate nel febbraio 2020, quando era stato accertato che in un impianto situato a Decimomannu, autorizzato formalmente al recupero di rifiuti metallici, batterie esauste e altro materiale, si sarebbero consumati degli illeciti riguardo la gestione abusiva di rifiuti pericolosi provenienti da circuiti di raccolta non autorizzati.

Così l’azienda avrebbe dato una “nuova veste” agli stessi rifiuti con l’attribuzione di codici e.e.r, introducendoli nuovamente sul mercato. Il profitto ottenuto illecitamente si aggira attorno ai 2 milioni di euro.

Sotto il mirino del Tribunale ci sono altre sette persone coinvolte.

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